Scritto nel Giorno della Memoria 2021

In questo momento di gravi e inedite difficoltà per il Paese, di fronte ad una classe politica che stenta a trovare soluzioni efficaci e tempestive, la Società non può restare a guardare, spettatrice passiva di una situazione che ogni giorno volge al peggio, senza che si veda all’orizzonte alcuna via d’uscita.

È necessario che la Società trovi in sé stessa la forza di reagire. Questo è il momento della solidarietà, che fa appello alla coscienza di ciascuno di noi. Volgere ora lo sguardo altrove o dire non è compito mio significa permettere che si ripeta ciò che troppo spesso è accaduto nella storia, nella nostra storia: lasciare chi mi è vicino da solo, a combattere contro le avversità. Scongiuriamo una nuova tragedia della prossimità!

Il costante e massiccio flusso di informazioni ci mette di fronte ogni giorno, ogni momento, ai problemi del Paese, dell’Europa, del Mondo inducendo in tutti noi sentimenti che vanno dalla compassione all’indignazione e, al tempo stesso, portano ciascuno di noi a sentirsi impotente, poiché quei problemi sono lontani, generali e quindi astratti.

È necessario tornare a guardarsi attorno, guardare a ciò che accade vicino a noi. Non possiamo fare nulla per salvare il Mondo, ma possiamo fare qualcosa, dobbiamo fare qualcosa di concreto per aiutare chi ci sta vicino.

È chiaro a tutti che in questa situazione, determinata dalla pandemia, non tutti hanno subito o subiscono gli stessi contraccolpi: famiglie colpite direttamente dal Covid, attività costrette a chiudere o che hanno visto ridurre drasticamente i propri guadagni, persone che hanno perso il lavoro, giovani che hanno abbandonato gli studi, tante altre situazioni di privazione, di difficoltà o di sofferenza. Occorre trovare nella Società quella volontà unitiva che nel nostro Paese la classe politica raramente ha perseguito e che oggi sembra completamente smarrita.

Non si vuole in alcun modo demonizzare la politica, che resta momento imprescindibile nella vita della Nazione, né scavalcare le istituzioni, ma prendere atto che la Società deve trovare in sé stessa quella forza morale, che sola può fare di una Nazione un popolo e una comunità di destino e, infine, ridare alla politica quelle idealità che sembra aver perso.

Che cosa fare, dunque?  È necessario fare appello alle nostre risorse, morali e materiali, e farci vicini a chi ha bisogno. È il momento di una solidarietà prossimale: chi può e vuole, si prenda cura di un’attività in sofferenza nella propria via, di una famiglia in difficoltà nel proprio quartiere, del proprio vicino, insomma, di chiunque nel vicinato abbia bisogno.

Come fare? Possiamo organizzarci in comitati, in gruppi, possiamo agire ciascuno per proprio conto, possiamo rivolgerci a organizzazioni caritative del territorio, ad associazioni di volontariato. Ciascuno inventi qualcosa. Nessuno sfugga alla responsabilità che ciascun essere umano ha verso chi è nel bisogno e nella sofferenza.

Maria Paglia

Franco A. Meschini

Chiara Guizzoni

Filippo Rametta

 

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