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Marzabotto e i silenzi di Giorgia Meloni

Abbiamo aspettato fino a tarda sera per vedere se il sito web di Palazzo Chigi desse conto di una qualche dichiarazione della Presidente del consiglio in occasione degli ottanta anni della efferata strage di Marzabotto. Una delle più crudeli e sanguinose condotte dai nazifascisti in procinto, oramai di perdere la guerra. Sei giorni di inaudita e scellerata violenza contro i civili. Ne uccisero quasi 800 senza guardare al fatto che fossero neonati, bambini, donne e anziani. Le SS responsabili di quel crimine, come accaduto in precedenza in occasioni di stragi simili, erano assistite da fascisti locali.

Per ricordare quelle tragiche vicende dell’Appennino bolognese, si è mosso anche il Presidente della Repubblica federale tedesca, Frank-Walter Steinmeier, che con Sergio Mattarella ha reso omaggio alle vittime e ai sopravvissuti. Un doveroso ricordo di chi ha subito il prezzo della conquista della libertà e della democrazia.

In questo che, dunque, costituisce un giorno di riferimento ai sacrifici pagati, anche da civili innocenti ed inermi, nella lotta contro una visione totalitaria, violenta e disumana, stona il silenzio di Giorgia Meloni.

Da Presidente del consiglio dovrebbe ricordarsi che ella rappresenta tutti gli italiani, anche gli antifascisti che, tra l’altro hanno persino più cittadinanza di altri in una Repubblica nata con la sconfitta del fascismo.

 

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