Ha fatto bene il Ministro dell’Interno Piantedosi a dirsi d’accordo con il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, dopo la telefonata ricevuta dal Colle, sul fatto che i giovani non vanno trattati a manganellate. Rappresentano solo un fallimento e non l’autorevolezza tanto ricercata e proclamata. Ovviamente, e le dichiarazioni del Ministro lo confermano, non pensiamo che l’uso della forza così violentemente messa in campo a Pisa e a Firenze contro quelli che sono più che ragazzini sia il frutto di un piano organizzato dal Viminale. Anche se abbiamo ben presente quel che successe a Genova in occasione del G8 del 2001.
E’ certo però che si è creato un clima d’intolleranza contro il dissenso che è inaccettabile cui contribuiscono anche molte ambiguità di di quelli da cui ci si aspetta, invece, atteggiamenti ed azioni di governo serie e ragionevoli. Anche perché si tratta di cose destinate a non sfuggire al resto del mondo che proprio non crede nella compressione delle opinioni espresse democraticamente.
Il fatto deplorevole che qualcuno insulti la Presidente del consiglio, o ne mostri l’immagine capovolta, o che bruci quella di Netanyahu, o che dia fuoco alle bandiere di Israele, non può far perdere il senso delle cose. Soprattutto, a donne e uomini delle istituzioni cui è richiesto ben altro che scendere sullo stesso piano dei gruppuscoli di minoranze esagitate che non mancano mai. A sinistra, come a destra.
Il silenzio di Giorgia Meloni, oramai una costante del suo comportamento sui passaggi critici che deve affrontare il Paese, non aiuta. Così come non aiutano le dichiarazioni di ieri di suoi compagni di partito che hanno provato a negare i fatti mostrati a tutti gli italiani dalle riprese televisivi. E mentre Piantedosi si diceva d’accordo con Mattarella, quelli di Fratelli d’Italia hanno continuato a criminalizzare il movimento spontaneo dei giovani pisani e fiorentini.
Si mettano d’accordo con il loro Sindaco di Pisa, Michele Conti, espressione della coalizione della destra. E’ stato tra i primi a denunciare l’eccesso dell’uso della forza da parte di alcuni agenti di polizia. Probabilmente lasciati ad affrontare situazioni molto delicate senza una “catena di comando” in grado di fornire precise disposizioni che devono venire da chi ha il compito di far rispettare l’ordine pubblico, anche quando si manifesta per cose con cui non si concorda.
Ieri sera al Tg1 il Capo della Polizia ha garantito che saranno svolte le adeguate verifiche e bene ha fatto a precisare che la logica seguita dalle Forze dell’ordine non è dettato dai politici di turno. Cosa che conforta e rassicura.