Non sarà sfuggita la presenza quotidiana del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in televisione. Non certamente voluta. Certamente necessitata dalla situazione che vive il nostro Paese. In particolare, per la mancanza di linee univoche che abbiano il senso profondo dell’unitarietà degli intenti e del comune sentire attorno a dei principi che non possono mancare ad alcuna comunità.
E’ vero che tutti i Presidenti della Repubblica hanno sempre goduto dei favori nelle periodiche rilevazioni del gradimento dei personaggi pubblici. Ma è anche vero che Mattarella ne goda oggi, in maniera particolare, per tutta una serie di fattori antichi, ma cui se ne aggiungono di nuovi, propri dell’Italia dei nostri giorni.
E’ evidente la crisi in cui si dibatte il nostro sistema politico. Lo smarrimento in cui è precipitato, come continua a confermarci un astensionismo endemico di cui non solo nessuno se ne occupa, ma che è persino utilizzato in maniera funzionale da partiti sempre più senz’anima e con alcuna idea e senza molte intenzioni di modificare nel profondo i meccanismi decisionali e di partecipazione.
Sergio Mattarella, senza che questo assuma una connotazione politica, e senza che alcuno possa contestargli di intromettersi nel dibattito politico, a favore di questa o quella fazione, deve fare da “supplente” soprattutto nel richiamare quotidianamente la vigilanza civica ai principi e alle prospettive che furono alla base del processo democratico avviato dal nostro Paese con la nascita della Repubblica e la scrittura della Carta costituzionale.
Soprattutto dal Presidente, come accaduto due giorni fa a Ferrara, dove è intervenuto all’inaugurazione dell’Anno accademico di quella Università (CLICCA QUI), viene il costante invito a trovare il modo di muoversi in un mondo in continua trasformazione e, in qualche modo, a fare lo sforzo di andare oltre le mera gestione burocratica delle cose. Vi sono degli scenari nuovi, ha detto Mattarella, non riferendosi solamente il pur significativo problema delle migrazioni, cui si deve rispondere con quell’approfondimento che, ha detto, “non sempre percepiamo”.
E forse in questa frase sta racchiuso tutto il senso di una Presidenza che, in qualche modo, diventa l’unico punto di riferimento per chi constata pressoché ogni giorno come resti ancora vivo il punto dolente degli italiani che è quello delle carenze strutturali dei loro gruppi dirigenti, politici e non.