Bene ha fatto Giorgia Meloni ad accettare l’invito di don Maurizio Patriciello della parrocchia di San Paolo Apostolo di Caivano. Una città del napoletano diventata simbolo della violenza sui più fragili, ma che non riguarda solamente una particolare forma di devianza individuale e collettiva che pare sempre più caratterizzare alcune fasce dei nostri giovani, persino minorenni.
Caivano, in realtà, a leggere attentamente le cronache della violenza sessuale su due tredicenni, è simbolo di un degrado più generale che non può essere affrontato limitandosi al solo inutile appello ad un processo educativo da avviare. E che non si capisce perché lo si scopra adesso giacché i segnali ci sono da decenni e decenni. Appello, del resto, inutile perché conosciamo bene le condizioni della nostra scuola, caratterizzata, tra l’altro da un abbandono che in zone critiche raggiunge livelli inaccettabili per un paese moderno.
Sappiamo molto bene come la scuola non possa essere considerata la supplente delle famiglie e che queste non siano in grado di sopperire alle carenze delle istituzioni del tutto ignare delle dinamiche socio culturali che, nella realtà concreta, stanno facendo dell’Italia lo sfacelo che è.
Giorgia Meloni, in sostanza, non può presentarsi da sola a Caivano. Bensì accompagnata da uno stuolo di educatori, sì, ma anche di preparati agenti di polizia, di assistenti sociali e d’imprenditori. C’ è un intero tessuto umano e sociale da rigenerare e da portare al livello degli standard adeguati. C’è bisogno che si presenti da don Patriciello, che non ne ha bisogno, non per mettere in piedi la solita passerella destinata a parlarci vacuamente di sicurezza. Vada a Caivano con esperti autentici dei problemi del Mezzogiorno, da affrontare in un’ottica interdisciplinare, organica e costante. Semmai, lasci a casa i parecchi della sua coalizione che pensano di continuare con il drenaggio di risorse e di umanità del Mezzogiorni. Quelli che preferiscono parlare di casi come quello di Caivano restando alla superficie di questo o quel fatto che riguarda il Sud perché andare al fondo dei problemi che quei fatti determinano, o favoriscono, richiederebbe una dolorosa riflessione su come gran parte dell’Italia sotto Roma sia abbandonata a se stessa.