La “compatta” maggioranza di governo sta dando davvero una brutta immagine con la definizione delle liste e delle candidature alla Regione Sardegna. Soprattutto, colpisce l’assoluta indifferenza verso i problemi di una Regione che vive, quasi in sintesi, i problemi più cruciali dell’intero Paese. Dalle infrastrutture, alla sanità, alla crisi produttiva e occupazionale. Invece di definire un progetto per i sardi, i tre partiti della coalizione guidata da Giorgia Meloni sono esclusivamente ripiegati sulle loro beghe interne. Importanti, per carità, ma del tutto lontane dai problemi reali di un popolazione di oltre un milione e mezzo di anime di cui circa la metà non si è presentata alle urne nelle ultime consultazioni elettorali. E guarda caso già a partire dalle regionali di cinque anni fa. Vorrà forse dire qualcosa?
Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia stanno seguendo uno sciagurato sistema di “baratto” tra di loro. Poi, è possibile che, alla fine, un pateracchio riescano ad organizzarlo. E, allora, dovranno contare sulla stanchezza pure dei propri elettori che li porterà a votare comunque seguendo degli schieramenti astratti che poco hanno a che fare con le reali, e drammatiche, condizioni loro e della loro Regione. Ma così vanno le cose dalle parti nostre e, fino a quando, tutti quanti non ci sbatteremo definitivamente la faccia, si preferirà continuare a fare finta di niente andando avanti in quella che è stata definita una “società senza politica” (CLICCA QUI).
Purtroppo, pure sull’altro fronte, anche se questo riguarda soprattutto le elezioni europee, dobbiamo registrare come la preoccupazione sia rivolta soprattutto agli equilibri interni. In particolare nel Pd.
I recenti interventi di Elly Schlein sulla propria possibile candidatura al Parlamento di Strasburgo sono stati rivelatori di una situazione che nel Pd permane, così come nell’intero nostro sistema politico nazionale. Fatta dalla mancanza di una visione strategica generale, dalla lontananza dai sentimenti della gente e dalle attese di un profondo rinnovamento mancando il quale questo Paese non riuscirà certamente a ritrovare le ragioni della partecipazione e dell’inclusione.
L’abbiamo già sostenuto in riferimento al richiamo alla responsabilità che Giorgia Meloni fece nella conferenza stampa di “fine anno” rinviata al 4 gennaio (CLICCA QUI). Le responsabilità dei politici e dei loro partiti sono numerose. A partire da quella di non prendere il giro gli elettori con candidature a cariche che si sa, da subito, sono destinate a non essere onorate. Questo vale per Giorgia Meloni, che smaccatamente dalle elezioni europee attende chissà quale conferma personale, ma anche per Elly Schlein bloccata dai problemi interni di un partito che dovrebbe davvero far vedere di pensare ad altro per aspirare a cambiare gli equilibri parlamentari.
E’ evidente come quello dei capi lista alle europee sia un grosso problema per la neo Segretaria del PD. Ma si tratta di capire se i tatticismi possano fare aggio su tutto il resto. Un quesito irrisolto in cui questa Italia si trova coinvolta da oltre 30 anni. E anche questo spiega perché non viene più suscitata quella passione civica diffusa cui avremmo un gran bisogno.