Site icon Politica Insieme

Memoria e verità per una buona politica – di Alessandro Diotallevi

Memoria e verità sono tra i presupposti intrinseci della buona politica. Senza, la politica diviene quel che è maturata sotto i nostri occhi, una pratica di interessi incrociati, sempre urlati, sempre bisognosi di copertura plebiscitaria. Una pratica anche violenta, certamente una pratica che ha in odio memoria e verità, ed insieme, rettitudine, coraggio, competenza, onestà, insomma integrità morale, civile e spirituale.

Memoria e verità dovrebbero avere un forum dedicato, permanente e presidiato. Presidiato da chi? Onestamente, non ho neanche lontanamente la forza intellettuale di configurare un presidio. Mi limito, anzi mi esalto nell’affermare che occorre ricercarlo nel terreno della spiritualità, della fede.

Parto dalla memoria poiché il suo esercizio è l’esatto opposto dell’accidia, della trascuratezza, dell’ipocrisia. Parto dalla memoria, provata e certificata, perché supera in qualità ogni falso sorriso, ogni tentativo di nascondere la propria personale insufficienza nella comoda penombra dell’oblio, ogni modalità di farla franca davanti al tribunale della storia, che, quando si accende, lo fa con enorme ritardo, ma allora non si ha più nulla da perdere.

Memoria di cosa? L’ho detto, memoria di ciò che è avvenuto in un arco temporale che si può considerare pertinente con la contemporaneità di ciò che accade sotto i nostri occhi. Non memoria di ciò che si è detto o fatto personalmente, non memoria autoreferenziale, memoria di chi ha lasciato una traccia oggettiva nella storia.

Al sodo, ecco la memoria dello “stile cristiano di fare politica”:

Amici, lo stile cristiano di fare politica, nei termini in cui è riassunto nei punti che ho riportato, è il frutto di un coraggioso documento dei vescovi lombardi sulla partecipazione alla vita socio-politica.

Risale al 1989! Mi sono avvalso della versione pubblicata sul “Popolo”, il glorioso giornale della tradizione popolare e democratico cristiana.

Mi azzardo a sostenere che, con rare eccezioni personali di cui non c’è traccia se non nella memoria di chi ha potuto apprezzarle individualmente, quello stile cristiano di fare politica è stato costantemente tradito. Quei Vescovi non hanno avuto bisogno che scoppiasse la questione morale tramandata come “mani pulite”. Non hanno avuto bisogno di giudici, di accusatori, di accusati, di suicidi, di populismi, di grillismi, di sardinismi per denunciare un potere già avviato ad avvitarsi nelle sue spire di malaffare, di ingiustizia, di relativismo, infine di cinismo.

Quella la memoria, questa la verità: lo stile cristiano di fare politica non ha trovato interpreti, in un trentennio, che costringessero la storia a registrarne un ruolo decisivo per attuare il bene comune contro interessi particolari, personali, familiari o di gruppo. Con le eccezioni che tutti conosciamo della gloriosa storia popolare democristiana, oggi è improponibile presentare una proposta politica di ispirazione cristiana che anche da lontano si possa ritenere figlia di una classe politica che costantemente ha tradito lo stile cristiano di fare politica. Questa è la semplice verità. Dolorosa, disastrosa, ma verità.

Mentre, vuole la verità, uomini e donne cristianamente ispirati, laici, aperti al confronto ma non proni né pronti a tradire la propria ispirazione spirituale, hanno forza, energia e programmi e progetti e consenso per governare il Paese. Hanno la forza di rimettere in campo i cuori dei credenti di tutta la penisola, di ogni generazione, di ogni estrazione, di ogni cultura e respingono l’ipotesi laicista che sia necessario in questo campo che i cuori siano riscaldati soltanto da un vescovo, dal cardinal Zuppi. Di lui, come del Papa, noi cristiani abbiamo bisogno sul terreno religioso. Ma sul terreno laico, questa è la verità, dobbiamo metterci nella condizione di agire in proprio. Il che significa recuperare la memoria di tutti quei principi che, nella memoria, risultano traditi da classi politiche artificiosamente riconducibili all’ispirazione cristiana.

Questa è la trasformazione che Politica insieme ha in corso di realizzazione. Non siamo e non abbiamo bisogno di essere una inutile e ingombrante élite laicale totalmente clericale, secondo la definizione data da un giornalista della Repubblica sul supplemento del venerdì ai laici impegnati accanto ai vescovi. Siamo titolari di un’iniziativa politica in senso stretto, cristianamente ispirata perché l’ispirazione neoliberista e quella tardo comunista si sono dimostrate dannose per la giustizia, per l’equità sociale, per la pace mondiale.

Memoria e verità, per tener lontani tutti quelli che hanno tradito lo stile cristiano di fare politica.

Alessandro Diotallevi

Exit mobile version