Sulla iniziale “felice allegria”, e sulla soddisfazione della Meloni, esultante sino a giorni fa anche per il fatto che alcuni paesi europei avevano affermato di condividere il suo metodo, ne hanno parlato ripetutamente tutti i Tg della RAI -ovviamente- e diversi quotidiani.
Migranti: il modello albanese o quello di Mimmo Lucano? – di Nino Labate
I primi 16 emigranti erano già in Albania. Arrrivati su una torpediniera della marina militare italiana, avevano toccato finalmente terra. Deportati o trattati come polvere da aspirare e buttare – usando la metafora della filosofa saggista Francesca Rigotti. Si è tuttavia saputo che secondo il tribunale di Roma devono ritornare urgentemente in Italia. Bell’affare! In tutti i sensi. Compreso quello dei tantissimi soldi buttati.
Il nostro Primo ministro ha cosi regalato più di 700 milioni di euro al suo collega albanese Edi Rama anziché regalarli al sindaco di Lampedusa o investirli nella sanità pubblica, in cambio di 5/6 ettari di terreno incolto di Shengjin. Un paesino di circa 13 mila abitanti di fronte a Brindisi affacciato sul mare Adriatico, con una spiaggia che tuttavia non ha niente da spartire con gli splendidi arenili di Lampedusa. Un paesino anche questo con meno abitanti, circa 5 mila, i quali meriterebbero tutti la medaglia d’oro al valore civile e sociale. Splendida isola italiana con la sua “sabbia bianca finissima”, e con la sua inimitabile “Spiaggia dei Conigli”. Tenendo conto che Lampedusa, proprio per il suo Centro di accoglienza, è stata proposta da più parti a Premio Nobel per la pace. Il centro e’ stato chiuso anni fa per le sue pessime condizioni, e ora dicono che stia cadendo a pezzi giorno dopo giorno.
Quei pochi ettari di terra albanesi, sono serviti a costruire un hotspot. Non si tratta di un lager o di un carcere solo a parole. Perché ho letto che il termine inglese indica un “punto caldo di accesso”. Un luogo recintato e sorvegliato giorno e notte da militari armati, creato con lo scopo di ‘identificare, registrare e avviare verso i successivi controlli’, persone arrivate senza regolare permesso. Comunque persone! Non buste di plastica, scatole di cartone o barattoli, dunque.
I milioni già spesi, non tengono evidentemente conto dei costanti e non lievi costi giornalieri e mensili, che sono dietro questa strampalata idea: personale, medici, manutenzione, vitto , sorveglianza giorno e notte, trasferte, ecc.
Tutto questo ha provocato in Italia prese di distanza e forti critiche al Presidente del Consiglio, che proprio l’altro ieri, hanno visto scendere in campo in suo aiuto, anche Maurizio Belpietro con un suo editoriale. Fondatore e direttore della “sua” Verità, Belpietro per difendere a spada tratta Giorgia Meloni, è arrivato ad attaccare con una disinvolta leggerezza perfino la Caritas e le Coop che aiutano quei migranti in fuga dalla fame e dalle guerre. E che gestirebbero , a suo avviso, l’enorme business nascosto dietro l’accoglienza dei migranti.
Proprio sulla iniziale e prima soddisfazione della Meloni e sulle difese partigiane, mi è saltata in mente un’altra “felice allegria”. Questa volta vissuta dal protagonista in silenzio e seriamente. E non con l’aiuto della politica-spettacolo dei telegiornali RAI amici. Dimenticata e rimossa completamente. Passata inosservata e tenuta nascosta nella sofferta coscienza dell’autore, sotto il segno di una cristiana solidarietà e fratellanza non dichiarate, e tuttavia valori fondanti per quello che ha fatto. Una “felice allegria” mai venuta meno anche di fronte ai duri attacchi giudiziari subiti. Successivamente tradotti e conclusi con denunce incriminazioni, inchieste della Magistratura, cause e condanne. Dimostratisi alla resa dei conti tutti senza fondamento. Quella del calabrese Mimmo Lucano. Quattro volte sindaco di Riace. Oggi timido e defilato eurodeputato. Nel 2010 classificato al terzo posto tra i migliori sindaci del mondo, e nel 2016 al quarantesimo posto fra i leader più modesti presenti sulla scena politica, ma nello stesso tempo più influenti grazie al metodo seguito nei confronti dei migranti.
Ricorderemo tutti che Mimmo Lucano, da calabrese lontano mille miglia dal razzismo leghista contro i terroni, stile “non si affittano case ai meridionali“, e dalla Autonomia Differenziata di Pontida, stile “Prima la Lombardia” e poi tutto il resto” , ha creato notizia in tutto il mondo, per aver avuto l’infelice idea di fare accomodare nel suo paesino disabitato e abbandonato – come d’altronde tanti bei borghi in Italia – ben 400 stranieri migranti fatti scendere dalle barche e dai gommoni, oggi presenti fra i 1800 abitanti di Riace. Dando loro una casa e un lavoro. E così risollevando nello stesso tempo l’economia del posto. Dimostrando quei valori di accoglienza solidale a prescindere dal colore della pelle, e di quella ospitalità tipiche di tutti i meridionali magno-greci che hanno come faro antropologico e culturale il “favorite” e l’ “accomodatevi e mangiate con noi”, rivolto anche verso chi non si conosce. Così hanno registrato e scritto diversi viaggiatori arrivati sino in Calabria per il Grand Tour moltissimi anni fa.
Mi pare giusto aggiungere in conclusione, che quelli di Lucano sono valori molto facili da scovare leggendosi la “Fratelli Tutti”. Scritta da quel Bergoglio “…teologo della Liberazione e cattocomunista”. Tenendo sempre a mente la sua storica metafora marinara dell’unica e sola barca dove, di fronte alle rivoluzioni in corso, e ai cambiamenti epocali che ci attendono, tutto il mondo intero è ormai imbarcato. E sulla quale dovremo remare tutti insieme. Senza dividerci in razze, etnie e paesi. O in illusorie, isolate e insignificanti, se non pericolose e barchette sovraniste.
Nino Labate
Pubblicato su www.ildomaniditalia.eu