In netto calo le vendite delle case e crollo dei mutui rispetto allo scorso anno. Il mercato immobiliare non va affatto bene. Segno di una inquietudine generale che pervade soprattutto chi deve comprare casa a fronte del vertiginoso aumento del costo del denaro. Cosa che sta colpendo anche chi il mutuo già ce l’ha.
Il timore è che la crisi in cui è finito il settore immobiliare finisca per provocare effetti su scala più ampia. E finire per colpire le banche. Non è un caso se UniCredit è stata rimossa dall’elenco delle banche di importanza sistemica globale stilato dal Financial Stability Board (FSB), l’organismo di governance finanziaria del G20. Ed ora la stessa Unicredit, per restare al mercato immobiliare potrebbe dover fare i conti con il fallimento della Signa Group, la più grande società immobiliare privata dell’Austria
Gli ultimi dati del nostro Paese sulle compravendite immobiliari relativi al primo trimestre del 2023 indicano un calo del 5% rispetto al trimestre precedente e ben l’11% su base annua. Un andamento negativo che ha interessato soprattutto il Nord. E questa è cosa che fa riflettere: Nord-ovest -16,5%, Centro -16,0%, Nord-est -7,8%, Isole -4,9% e Sud -4,6%, con una contrazione che riguarda sia piccoli, sia i grandi centri (rispettivamente -18,3% e -6,4%). L’Istat ricorda che siamo in continuità con l’andamento registrato nella seconda metà del 2022.
Con il mercato immobiliare crollano anche mutui e finanziamenti. Nel primo semestre di quest’anno si parla di un calo dell’accensione di mutui per la prima casa del 29,5% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Contemporaneamente i consumi in altri settori non crescono. E non si vede come possano farlo con la situazione che riguarda la media degli stipendi italiani che continuano a rimanere i più bassi d’Europa. Anche il tanto apprezzato ribasso del costo dei carburanti alla pompa di questi giorni è legato più ad un calo del consumo che ad altro. Il problema è, e lo abbiamo ricordato su queste pagine più volte che la riduzione dei consumi tocca anche. e diffusamente, i generi di prima necessità. E non è un caso se si continua a ripetere che gli italiani che vivono in condizione di povertà assoluta stanno crescendo velocemente verso quota sei milioni. A conferma che le “trovate” come quello del “carrello tricolore” possono servire a farsi applaudire dai telegiornali compiacenti, ma non risolvono il problema della spesa di molti italiani.
Alessandro Di Severo