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Mobilità e rifiuti. La sottile strategia del Pd per perdere anche Roma

Gualtieri è finito nel caos da solo. Ai gravissimi problemi della raccolta e smaltimento dei rifiuti ha aggiunto anche quello dell’accesso del trasporto privato al centro città. Prima, l’annuncio roboante sull’allargamento della Ztl in modo tale che decine di migliaia di vetture, quelle di standard Euro più vecchie, si sarebbero viste precludere una qualunque forma di spostamento in città. Poi, l’attenuazione del provvedimento a fronte della rivolta e la discesa in piazza dei proprietari di auto più vecchie. Davvero inferociti anche perché vivono tutte le restrizioni degli scorsi decenni in materia  come una sorta d’imbroglio con tutte quelle promesse legate alla progressiva sostituzione di vetture, dalla Euro Uno alla Euro Sei, senza che il problema dell’inquinamento sia stato risolto. Eppure, sembrava che dalla marmitta catalitica chissà quale miracolo ci si dovesse attendere.

Ovviamente, non è così perché l’evoluzione tecnologica è innegabile. Così come la valutazione dell’impatto ambientale provocato dalle tante emissioni in atmosfera. Quelle che oggi ci fanno assistere alle conseguenze del cambiamento climatico. Ma tutti sappiamo bene che quello automobilistico è solo una parte dell’inquinamento provocato dalle attività umane.

Ora, in tutte le metropoli di questo mondo sono stati pensati interventi utili a mitigare, se non ad eliminare, quello che è davvero un fenomeno da contrastare. Ed anche velocemente, come ci sollecita a fare la cronaca dei nostri giorni costretti come siamo a misurarci con eventi metereologici catastrofici chiaramente collegati alla presenza dell’uomo. Con 62 automobili su 100 abitanti, Roma ha una delle percentuali più alte di motorizzazione automobilistica. A Parigi le auto ogni 100 abitanti sono 45, a Barcellona 41, a Londra 36, a Berlino 35 e a Madrid 32. E questo perché nelle altre città europee il servizio pubblico di superficie e di metropolitana non ha paragone con quello della nostra Capitale.

E, allora, uscendo dalla retorica ed abbandonando ogni velleità ideologica, o negazionista, è inevitabile chiedersi se un’amministrazione possa limitarsi a risolvere il problema del traffico solamente affidandosi ai divieti di circolazione che, guarda caso, colpiscono i ceti già gravati da una forte crisi economica. E che, sicuramente, non sono in grado di acquistare delle auto elettrice o di comprare vetture meno inquinanti di ultima generazione.

Roma avrebbe bisogno di ben altro. E operare per mettersi in condizioni, poi, di scoraggiare l’uso del mezzo proprio. Ma questo può avvenire solamente se esistono delle alternative che, invece, non ci sono. e che neppure l’attuale amministrazione capitolina sembra essere in grado di assicurare.

Tutti abbiamo seguito le vicende della Linea C della Metropolitana. Abbiamo visto quanti sono stati gli anni necessari al completamento del cosiddetto Anello ferroviario. Si fa un gran parlare del trasporto su ferro, ma due delle linee tram più utilizzate, ed utili, come la Linea 2 che collega lo Stadio Olimpico a Piazza del Popolo, o la Linea 8 che attraversa tante zone popolate fino a Piazza Venezia, sono costantemente ferme per lunghi periodi per diversi tipi di manutenzioni. Ovviamente, non si parla minimamente di fare attivare nuove linee di tram, quelle che offrivano il trasporto pubblico nel secolo scorso, e tanto meno nuovi collegamenti di metropolitana. Sappiamo bene che l’Atac è in una condizione tale che in un paese civile avrebbe già portato i libri in tribunale. Allora, in questo contesto, cosa fare?

Non sembra che Gualtieri e il suo partito siano in grado di rispondere a questa domanda e soprattutto sui tempi necessari per superare i problemi della circolazione. Si ripresenta una linea di continuità con il passato durante la quale la Città eterna è stata governata, o sgovernata, da tutti: sinistra, destra, 5 Stelle. Eppure tutti, ma proprio tutti hanno promesso il bengodi.

Sappiamo del Pnrr previsto per Roma che la mobilità sostenibile costituisce il capitolo più ricco con ben sette miliardi di euro. Ma, al tempo stesso, sappiamo pure che siamo molto indietro, così come tutto il resto del Paese, persino in sede di progettazione: fermi al misero 13,8 % dei lavori.

Non sembra proprio che Gualtieri, la sua Giunta e il suo partito siano pienamente consapevoli della necessità di mettere in campo un’azione straordinaria di governo per la Capitale. O se lo sanno, si vede che hanno altro a cui pensare. Magari impegnati nella mediazione tra i vari interessi che vogliono essere parte della distribuzione degli appalti che riguardano la Capitale. E’ la stessa situazione che ha riguardato, e ancora riguarda, sul piano regionale, il raddoppio della Pontina, una delle strade con più incidenti, blocchi e ritardi che non procede da anni visto che il progetto che la riguarda, e già finanziato, è stato chiuso in un cassetto dalla Giunta guidata da Nicola Zingaretti. Ben prima che lui se ne andasse in Parlamento e che il Pd perdesse il governo regionale. Nel cassetto è rimasto e chissà ancora quanto ci rimarrà.

Mobilità e rifiuti finiranno per far perdere anche la Capitale al Pd? Sulla mobilità abbiamo detto, sui rifiuti torneremo a breve.

Alessandro Di Severo

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