Gli amici di INSIEME del Molise sono stati costretti a ritirare la loro disponibilità a partecipare alla costruzione di un’area centrale in vista delle elezioni regionali. E questo perché si sono trovati di fronte ad un vecchio metodo politico destinato a non portare da nessuna parte, se non alla creazione di una miriade di piccolissimi gruppi in Consiglio regionale. Prima ci si presenta insieme e, poi, ciascuno torna a seguire la propria strada.

I personalismi che hanno determinato la crisi del Terzo Polo a livello nazionale, che ora si prova a rattoppare solo per esigenze strumentali, si sono dunque riproposti perché sembrano essere considerati più importanti dell’avvio di una nuova iniziativa politica in grado di richiamare politicamente e socialmente al superamento della stagione del bipolarismo tenuta artificialmente in vita solamente per la “conventio ad excludendum” organizzata attraverso l’uso di leggi elettorali sempre più inique.

Gli amici molisani di INSIEME avevano avviato una consultazione con altre formazioni partite e civiche con le quali sembrava possibile avviare una fase di presenza nuova a livello regionale, ma hanno dovuto constatare il venir meno da parte di Azione e di Italia Viva da un comune progetto che pure era stato delineato nell’ottica di porre ” i bisogni del popolo al centro” preferendo occuparsi- è scritto in una nota di INSIEME Molise- dei loro pensieri, orientati quasi convulsivamente al cursus honorum e alla primazia sulle altre forze”.

Questa vicenda, che del resto segue il mancato impegno nel corso delle elezioni regionali siciliane e un davvero parziale impegno nel sostenere la candidatura di Letizia Moratti in Lombardia, serve se non altro a giungere ad un chiarimento a livello nazionale in vista delle elezioni europee verso cui si stanno indirizzando le attenzioni di coloro con i quali abbiamo avviato un’interlocuzione perché avevamo avvertito l’intenzione di condividere un impegno fatto di contenuti e metodo attorno cui costruire un cantiere attrattivo per quanti, a partire da quelli dell’astensione, vogliono arrivare all’apertura di una nuova stagione politica ed istituzionale.

I nostri punti di riferimento (CLICCA QUI), e li abbiamo sottoposti all’attenzione dell’area popolare riunitasi il 25 febbraio scorso, Fioroni, De Mita, Sanza, Gargani, Fauttilli, Dellai, per intenderci, così come a Letizia Moratti , li possiamo sintetizzare nell’idea di una forte difesa dell’impianto costituzionale, e quindi nessun abbandono ad idee presidenzialistiche o da Sindaco d’Italia, sulla base di un rilancio dei principi di solidarietà che sono stati smarriti negli ultimi decenni.

Una nuova iniziativa non è destinata ad alcun serio sviluppo se non è popolare e solidale e che, certamente, non può ridurre la propria carica attrattiva in una ricerca di un efficientismo senz’anima. Quell’anima che noi ritroviamo, invece, tutta intera nell’insegnamento sociale della Chiesa e che non indugia certo su ipotesi di neoliberismo. Quelle che, tra l’altro, hanno solo preparata la strada, in Italia e in Europa, ad un rilancio delle destra. Persino di una destra estrema che è stata in grado di attirare ceto medio e masse popolari abbandonate da quelle forze di centro e di centrosinistra che avrebbero dovuto tutelarne interessi, speranze e prospettive.

Esiste, diciamocelo con franchezza, poi una questione di metodo che ci riporta alla recente esperienza molisana, e alle altre citate poco sopra. Una idea alta della politica ha bisogno di proporre posture nuove. Non serve la sommatoria di quanti si sono già spesi, al centro e in periferia, su ipotesi rivelatesi oggettivamente fallimentari perché sono venute a mancare idee forti e atteggiamenti nuovi in grado di portarci oltre le vecchie logiche che hanno oramai fatto il loro tempo e che, semmai, fanno solo perdere voti.

 

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