A noi, liberi opinionisti tocca l’onere o piuttosto l’ingrato compito di rincorrere continuamente questa, attuale classe dirigente sul terreno del vittimismo, del complottiamo e finanche del garantismo esacerbato.
Il primo aspetto risale quasi agli inizi della corrente legislatura ma, ora, si sta accentuando visibilmente e di giorno in giorno. Esso spazia dai presunti attacchi in tema di servizio pubblico radiotelevisivo (dicasi RAI), di gestione dell’evento G7 in Puglia, di eccesso di decretazione d’urgenza o di critiche al “familismo” nelle nomine politiche ed incarichi di partito, ecc., fenomeno tutto tipico della politica italiana.
Il complottismo è esploso, proprio negli ultimi giorni, a causa di dichiarazioni formulate dal ministro della Difesa, Crosetto, e rivolte contro i nostri servizi di intelligence, che – a suo dire – non sarebbero del tutto affidabili, accusa gravissima a riguardo della quale sapremo di più e meglio a seguito dei lavori che saranno svolti in sede di COPASIR, commissione bicamerale sulla Sicurezza della Repubblica.
Il garantismo: diciamo subito che in Italia è subentrato, sorprendentemente, dopo “tangentopoli”, anni in cui predominava il giustizialismo che produsse non pochissimi suicidi e l’espatrio di Craxi. La presunzione d’innocenza è un principio costituzionale che ha valenza assoluta per qualunque cittadino e per qualsiasi ipotesi di reato di cui possa essere incriminato; tuttavia, mi sembra il caso di sottolineare che l’innocenza “presunta” a favore di Toti, ad esempio per tutti, non è e non può essere diversa da quella del signor Rossi.
I tre “mali” sopra descritti inficiano e complicano la vita pubblica del nostro Paese, tanto che addirittura la seconda carica dello Stato, il Presidente del Senato si è sentito in dovere/diritto di prendere posizione in merito all’operato della magistratura, cioè del pubblico ministero, ben prima che l’organo giudicante emetta la sentenza. Ed è in “buona compagnia” dato che anche il/la Presidente del consiglio aveva già difeso a spada tratta il comportamento dell’ex ministro dell’Interno (esponente di un governo non di destra, ma di “alleanza nazionale” a varie tinte..)! Inoltre – ed è la cosa più importante e ben più grave di quanto evidenziato poc’anzi – va ricordato che il sistema politico-istituzionale, adottato dalla nostra nazione alla pari delle altre a noi omologhe ed in genere dai Paesi del mondo occidentale, è fondato sul principio filosofico del Montesquieu: la separazione tra i tre poteri dello Stato, il legislativo, il giudiziario e l’esecutivo. Il Presidente della Repubblica e la Corte costituzionale ne sigillano formalmente la divisione, l’equilibrio ed il rispetto tra le distinte parti in “giuoco” per garantire la vita democratica.
Ma stiamo registrando, purtroppo, parecchie interferenze o ingerenze che fanno dubitare sulla correttezza o meglio sul senso dello Stato e dell’etica da parte di chi si veste di troppa autorità, mentre dovrebbe acquisire maggior autorevolezza, guadagnandosela con coerenza e rispetto delle regole. Eccoci, dunque, alla morale che se ne può trarre ed al monito che il popolo recepisce dall’alto magistero e nobile esempio che ci offre il presidente Mattarella: attenzione a violare le regole che sono le colonne dell’edificio che è stato costruito con tenacia, competenza e passione dai Padri costituenti. A ciascuno il suo, senza prevaricazioni né il perseguire, subdolamente, clima di tensione, spaccature e “bracci di ferro” tra i poteri repubblicani che metterebbero in seria crisi la nostra democrazia.
Michele Marino