Lo ha detto Donald Trump di Giorgia Meloni: “ha preso d’assalto l’Europa”. Il volo pindarico, in realtà, si adatterebbe meglio a quello che, non si è ancora capito bene, sembra essere diventato insieme il suo mentore, il suo braccio secolare o un semplice e, possibilmente scomodo, finanziatore: Elon Musk.

L’uomo più ricco del mondo che, forse, alla ricerca di un qualcosa da analizzare pure psicologicamente, sta litigando con un po’ tutti i governanti europei. E non solo perché, dal Regno Unito ad altri paesi del Vecchio continente, ne sostiene, e ne finanzia?, i principali oppositori di estrema destra, senza peritarsi della loro indole persino neonazista. Fa eccezione Giorgia Meloni con la quale, invece, sembra essere nato un rapporto del tutto particolare per il quale, però, non è possibile superare e sovvertire del tutto le norme e le regole che stanno alla base della sicurezza nazionale di un paese sovrano e delle relazioni tra gli Stati.

Comunque, Musk sembra persino godere dall’immagine che gli stanno dipingendo di vero e proprio capo mondiale della destra più estrema coltivandola in maniera specifica in Europa, più che negli Stati Uniti dove gode qualche simpatia anche in taluni ambienti cosiddetti liberal.

E’ questo il punto più interessante da seguire della complessità del personaggio e nello sviluppo dell’attenzione con cui Musk sembra volersi infilarsi, pressoché quotidianamente, nelle vicende politiche dei paesi dell’Unione. A proposito delle quali non si potrà che guardare con grande attenzione alla coincidenza della sua attitudine con quella che effettivamente dispiegherà Trump, imposteranno il Congresso degli Stati Uniti, il Dipartimento di Stato, della Difesa e delle diverse agenzie che si occupano della sicurezza degli Usa. Un quadro articolato, insomma, che potrebbe disinnescare di molto, o attutire parecchio, i risultati raggiungibili dalla politica “personale” che il giovane magnate americo – sudafricano sta portando avanti da un pezzo, ponendosi a cavallo tra i suoi numerosi multimiliardari affari e le questioni pubbliche.

E a questo punto, qualcuno si potrebbe porre un’altra domanda destinata, probabilmente, a non sfuggire neppure a Giorgia Meloni: ma Musk si muove per conto di Trump o per curare gli interessi di uno dei più grandi imperi economici privati mai creati al mondo? Un quesito pienamente giustificato dall’esplicito atteggiamento con cui coltiva le relazioni, americane ed internazionali, per il suo Starlink.  Un sistema satellitare che pone, oggettivamente, un problema di sicurezza nazionale anche per noi.

In queste ore, così, siamo costretti a chiederci se a questa vicenda non siano legate le improvvise dimissioni di Elisabetta Belloni dalla guida dei servizi segreti nostrani.

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