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New York Times e il perché delle tante sparatorie negli Usa: la diffusione delle armi

Continuano le sparatorie negli Stati Uniti con le conseguenti stragi che ne seguono. Inevitabili le domande sulle cause. Come quelle che si pone The New York Times chiedendosi se i motivi sono da ricercare sul fatto che la società americana sia insolitamente violenta, o perché le sue divisioni razziali hanno logorato i vincoli della società, oppure ancora se ai propri cittadini mancano cure mentali adeguate a causa di un sistema sanitario che provoca frequenti critiche all’estero. Secondo il quotidiano di New York, invece, la spiegazione sta nel numero astronomico di armi da fuoco in circolazione.

Gli americani, nota il NYT che cita uno studio del 2015 di Adam Lankford, professore all’Università dell’Alabama, costituiscono circa il 4,4% della popolazione mondiale, ma possiedono il 42% delle armi di tutto il mondo. I dati registrati dal 1966 al 2012, dicono che 31% delle sparatorie di masse a livello globale ha visto il coinvolgimento di americani.

Secondo Lankford le sparatorie di massa sono spiegate alla luce della facilità dall’accesso alle armi piuttosto che dal livello di violenza di base espresso dalla società. Anche la questione della salute mentale è da escludere visto che il tasso di gravi disturbi mentali registrati negli usa sono in linea con quelli degli altri paesi ricchi. Lo stesso vale per l’uso dei videogiochi che non è più alto rispetto agli altri paesi così come non è possibile collegare le sparatorie di massa alle diversità razziali o ad altri fattori associati alla coesione sociale.

Esaminando gli ultimi anni in particolare, il quotidiano newyorkese sottolinea come negli anni della pandemia gli omicidi e i suicidi con armi da fuoco siano aumentati vertiginosamente nel 2020 e continuati a crescere nel 2021, raggiungendo i tassi più alti degli ultimi tre decenni.

Il tasso di omicidi con armi da fuoco in America era di 33 per milione di persone nel 2009, superando di gran lunga la media tra i paesi sviluppati. In Canada e in Gran Bretagna, era rispettivamente del 5 per milione e dello 0,7 per milione, il che corrisponde anche alla differenza relativa al possesso di armi.

Gli scettici sul controllo delle armi, dice The New York Times, a volte indicano uno studio del 2016 secondo il quale, dal 2000 al 2014 il tasso di mortalità negli Stati Uniti per sparatorie di massa è stato di 1,5 per milione di persone. Il tasso era di 1,7 in Svizzera e 3,4 in Finlandia. Ma lo stesso studio ha rilevato che gli Stati Uniti hanno avuto 133 sparatorie di massa. La Finlandia ne ha avute solo due, che hanno provocato la morte di 18 persone, e la Svizzera ne ha avute una, con l’uccisione di altre 14. In breve, incidenti isolati. Così, mentre le sparatorie di massa possono avvenire ovunque, sono solo una questione di routine negli Stati Uniti.

Ma altri dati sono posti a confronto. Nel 2013, le morti americane legate alle armi includevano 21.175 suicidi, 11.208 omicidi e 505 morti causati da una scarica accidentale. Nello stesso anno in Giappone, paese con un terzo della popolazione americana, per l’uso delle armi sono stati provocati solamente 13 morti. Ciò significa che un americano ha circa 300 volte più probabilità di morire per omicidio o incidente con armi da fuoco rispetto a un giapponese. Il tasso di possesso di armi in America è 150 volte superiore a quello del Giappone.

La Svizzera ha il secondo più alto tasso di possesso di armi di qualsiasi paese sviluppato, circa la metà di quello degli Stati Uniti. Il suo tasso di omicidi con armi da fuoco nel 2004 era di 7,7 per milione di persone – insolitamente alto, in linea con il rapporto tra possesso di armi e omicidi, ma ancora una frazione del tasso negli Stati Uniti.

Le leggi svizzere sulle armi, nota The New York Times, sono più severe, fissando un limite più elevato per ottenere e mantenere una licenza, per la vendita di armi e per i tipi di armi che possono essere possedute.

Dopo che la Gran Bretagna ebbe una sparatoria di massa nel 1987, il paese istituì severe leggi sul controllo delle armi. Così ha fatto l’Australia dopo una sparatoria nel 1996. Ma gli Stati Uniti hanno ripetutamente stabilito che il possesso di armi non regolamentato vale il costo pagato dalla società.

 

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