Sia chiaro: Trump non è Hitler, né ci ha a che vedere, è insensato evocare una qualunque corrispondenza tra i due ed è pericoloso ricorrervi per banali motivi di contesa elettorale.
Ciò non toglie che, esattamente ottant’anni anni fa – 20 luglio 1944 – quando Hitler scampo’ all’ attentato alla sua vita, organizzato da ufficiali della Wehrmacht, guidati da Claus Von Stauffenberg, nel pomeriggio dello stesso giorno, mostrando a Benito Mussolini che, nel frattempo lo aveva raggiunto, le rovine della Tana del Lupo in cui avvenne l’ esplosione, pare abbia affermato di sentirsi confermato nella sua missione dal momento che Dio, proteggendolo, aveva mostrato di essere dalla sua parte.
Anche Trump si è detto convinto che Dio stia dalla sua parte e pare dedurne che sostenga la sua battaglia. Che prevede, tanto per chiarire da subito lo spirito dei tempi che Trump ci prepara, la più grande deportazione di massa della storia. Da fare invidia ai nazisti che, prima di concepire la soluzione finale della questione ebraica, stavano studiando di deportare tutti i figli di Israele nell’isola del Madagascar.
Fortunatamente pare che Dio abbia altro da fare. Poiché vede talmente lontano e si aspettava che nascessero soggetti del genere, li ha avvisati per tempo. Vedi il secondo comandamento:
non nominare il nome di Dio invano.