La scelta politica, anche nell’epoca del superamento delle ideologie, deve ancorarsi a dei principi. Altrimenti, diventa cosa da piccolo cabotaggio, miseria dell’opportunismo, mediocrità nell’indicare quei punti di riferimento necessari anche alla concretezza dell’intervento pratico che, altrimenti, fa diventare “bigi” tutti i gatti di sera…
Ora che qualcuno parla di unità nazionale, per poi praticarla in riferimento a tanti interessi che non vanno proprio per il sottile nel pensare esclusivamente alle proprie convenienze, è necessario essere chiari su alcuni punti essenziali: europeismo, piena adesione ai principi democratici su cui si basano le fondamenta culturali ed antropologiche dell’Occidente che vivono di libertà, solidarismo.
Un discorso che vale a sinistra come a destra. Un discorso che per prima cosa significa una scelta di civiltà, ancor prima che di cultura politica.
La situazione italiana pone oggi in primo piano anche la questione dei rigurgiti neofascisti, razzisti e antisemiti. Terribile che degli eletti nelle istituzioni democratiche emanazione diretta della lotta di liberazione dal fascismo facciano il saluto romano nel corso di una riunione di un consiglio comunale proprio in occasione della Giornata del ricordo.
Nipoti di quei criminali fascisti che collaborarono con il rastrellamento degli ebrei dopo l’8 settembre del 43 e che aiutarono le SS, impegnate nel folle disegno della “Soluzione finale”, a raggruppare una gran quantità di loro sorelle e fratelli inermi da spedire nei lager che avevano solo la colpa di essere di fede ebraica. Una macchia indelebile che da Casa Savoia, Mussolini e altri caporioni fascisti in giù resterà per sempre e verso la quale non giungono adeguate parole da parte di chi aspira addirittura a guidare le istituzioni italiane.
Bene fa la Magistratura ad intervenire contro le espressioni del neofascismo che cozzano con l’art 18 esimo delle norme transitorie della nostra Costituzione. Male fanno alcuni responsabili dell’ordine pubblico a non stroncare sul nascere ogni forma di apologia del fascismo, del razzismo e dell’antisemitismo. Male fanno alcuni esponenti politici di rilievo della destra a sottovalutare come su questo, non solo per noi, ma per una consistente parte degli italiani, ci s’impegni su di una scelta dirimente, essenziale.
Noi stiamo, e sempre lo saremo, accanto alla senatrice Liliana Segre allorquando dice, al Memoriale della Shoah di Milano, il famigerato binario 21 della Stazione Centrale milanese da cui partirono tanti verso Auschtwitz. e tra questi anche lei poco più che bambina: “L’indifferenza porta alla violenza, perché l’indifferenza è già violenza”.
E’ vero, ma noi non siamo indifferenti su questo anche quando si affrontano le grandi e le piccole cose della politica italiana.