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“Pomeriggi popolari a Montecitorio” – 8 febbraio. Pieni di paure: demografia e femminicidio

“Pomeriggi popolari a Montecitorio”:

PIENI DI PAURE: DEMOGRAFIA E FEMMINICIDIO – DI DIEGO ANTONIO NESCI

Esiste una connessione fra due fenomeni che, a tutta prima, potrebbero apparire non correlati: la questione demografica e il femminicidio. Indagare su questa correlazione, sarà il focus dell’evento organizzato dall’associazione culturale “Parole Guerriere”, che darà l’avvio al nuovo ciclo di incontri del 2024 con il format “Pomeriggi Popolari a Montecitorio”. Si tratta di un dibattito aperto al pubblico ed organizzato dentro la Camera dei Deputati l’8 febbraio 2024, inizio previsto alle 17.15. Si partecipa in presenza e per accreditarsi CLICCA QUI.

L’obiettivo è alimentare l’incontro e il dialogo fra intellettuali, politici e popolo. Perché siamo fermamente convinti che sia questa la relazione fondamentale su cui ogni società si gioca la sua evoluzione.

Il panel degli esperti sarà formato da: Stefano Zamagni (economista), Maria Rita Parsi (psicoterapeuta), Chiara Gamberale (scrittrice). Seguirà poi un “tavolo politico” che, a partire dalle diverse sensibilità di provenienza, si confronterà sulla base degli interventi degli esperti che parleranno “dal podio” dell’Aula. A dibattere, sulle ricadute nella società del tema della demografia e del femminicidio, saranno: On. Fabio Rampelli (Vicepresidente Camera dei deputati), On. Anna Ascani (Vicepresidente Camera dei deputati), On. Giuseppe Fioroni (ex ministro Pubblica Istruzione).

Viviamo in un’epoca di profonde sofferenze interiori e di una tragica ricerca dell’identità. La nostra esposizione ad una fragilità inedita, accende in noi molteplici paure che bloccano o rendono molto complicate le relazioni. Il tasso negativo di natalità del Paese appare la cartina di tornasole di queste dinamiche. Inoltre, le conseguenze politiche, sociali ed economiche del fenomeno sono immense e troppo spesso sottovalutate. Il femminicidio, poi, pur manifestandosi come fenomeno culturale limite e patologico, ci restituisce la cifra di un problema profondissimo di educazione emotiva, spirituale e civica. Sembra che l’equilibrio fra il maschile e il femminile dentro ognuno di noi, sia messo a dura prova in questo tempo di transizioni epocali in cui siamo immersi.

Questi dibattiti, all’interno di Montecitorio ed aperti alla partecipazione popolare, vogliono dare un contributo al dibattito pubblico e democratico. La politica è la più grande fra le scienze e fra le arti; è anche un aspetto fondamentale della dimensione spirituale umana e culturale di un Paese. Dovrebbe essere un impegno comune quello di contrastare la radicale spoliticizzazione dei cittadini che, privati ormai di valide prospettive interpretative per vivere pienamente il proprio tempo, si sentono sempre meno rappresentati e coinvolti dalla politica e sempre più sfiduciati. Il coraggio di immischiarsi in politica, invece, equivale ad aprirsi all’avventura di innescare processi e non cedere alla rassegnazione di sopravvivere senza partecipare o peggio ancora accontentandosi di occupare degli spazi. 

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