Secondo l’istituto di ricerca Eurostat, il 21,4% popolazione Ue e  in Italia il 22,8% è a rischio povertà.

Nel 2023, nella Ue poco meno di 100 milioni di persone, 94,6 milioni, hanno corso questo rischio come quello dell’esclusione sociale. Tutti questi soggetti, dice l’Eurostat hanno sperimentato almeno uno dei tre rischi di povertà ed esclusione sociale: rischio di povertà, grave rischio materiale e sociale privazione,  vivere in una famiglia con lavoro scarso e non sufficiente per assicurare una vita dignitosa.

I valori più alti sono stati segnalati in Romania (32%), Bulgaria (30%), Spagna (27%) e Grecia (26%). In Italia il dato è sopra quello media europea con il  22,8%. Le quote più basse sono state invece registrate nella Repubblica Ceca (12%), in Slovenia (14%), in Finlandia e in Polonia, con il 16%.

I rischi della povertà si collegano al fenomeno del lavoro dei minorenni.  Secondo i dati Unicef, nel 2023, ne sono stati registrati 78.530 i tra i 15 e i 17 anni che rappresentano il 4,5%  dei ragazzi che appartengono a quella fascia d’età. In aumento, dunque, rispetto ai 69.601 del 2022 e ai 51.845 del 2021. Crescono anche i giovani lavoratori entro i 19 anni.

In Italia, sono quattro le regioni con la percentuale più alta di minorenni occupati (15-17 anni): Trentino-Alto Adige, Valle D’Aosta, Abruzzo e Marche. In Trentino-Alto Adige, su una popolazione di 34.150 minorenni tra i 15 ed i 17 anni di età, il 21,7% risulta impiegato. Nella Valle D’Aosta la popolazione di minorenni residenti (15-17 anni) ammonta a 3.645 e il 17,8% risulta impiegato. In Abruzzo su una popolazione di 34.339 minorenni di 15-17 anni il
7,6% ha svolto attività lavorativa e nelle Marche la percentuale risulta ancora alta con 2.989 lavoratori minorenni su una popolazione di 41.672, pari al 7,2%.

Le regioni che registrano mediamente il numero totale più elevato di giovani lavoratori dipendenti e indipendenti entro i 19 anni, impiegati in esperienze di lavoro continuative, saltuarie o occasionali, tra il 2018 e il 2022 sono Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna, Lazio e Puglia.

Il tasso di occupazione femminile è molto più basso di quello maschile (57,3% contro 78,0%) e il divario di genere è in aumento nel 2022.  Nel quinquennio 2018-2022, tra le denunce di infortunio dei lavoratori entro i 19 anni di età, Lombardia (75.552), Emilia-Romagna (39.047) Veneto (38.162) e Piemonte (30.645).

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