La disoccupazione negli Usa rimane elevata e milioni di persone riferiscono che le loro famiglie non hanno mangiato recentemente a sufficienza o non sono in grado di affrontare il pagamento dell’affitto. Si tratta di un disagio che può essere seguito grazie a dati provenienti da diverse fonti sulla crisi economica in atto.
Gli impatti della pandemia e delle ricadute economiche sono stati registrati particolarmente tra le famiglie di neri, latini, indigeni e immigrati. I dati riflettono le disuguaglianze profonde e di lunga durata – spesso derivanti dal razzismo strutturale – presenti nel campo dell’istruzione, dell’occupazione, per ciò che riguarda gli alloggi e l’assistenza sanitaria che l’attuale crisi sta aggravando.
Si prevede che l’American Rescue Plan Act, emanato l’11 marzo scorso, inizierà drasticamente a ridurre la povertà e le disparità tra i diversi gruppi. Qualsiasi riduzione del disagio, in particolare tra i bambini, sarebbe un passo avanti promettente per il paese. Le famiglie con bambini affrontano situazioni di disagio particolarmente elevati e gli elementi emersi suggeriscono che la riduzione delle difficoltà economiche e della povertà infantile produrrebbe miglioramenti nell’istruzione e nella salute, maggiore produttività e guadagni, un minor numero di delitti e altri benefici duraturi per i bambini e la società.
I dati provenienti da diverse fonti mostrano un drammatico aumento del numero di famiglie che lottano per avere a disposizione cibo a sufficienza. Secondo i dati dell’Household Pulse Survey raccolti dal 3 al 15 marzo, circa 22 milioni di adulti – l’11% di tutti gli adulti nel paese – hanno riferito che la loro famiglia, a volte o spesso, non ha avuto abbastanza da mangiare negli ultimi sette giorni. Questo è stato di gran lunga un tasso superiore a quelli registrati nel periodo pre-pandemia: un sondaggio pubblicato dal Dipartimento dell’Agricoltura ha rilevato che il 3,4% degli adulti ha riferito che la loro famiglia non aveva avuto “abbastanza da mangiare” nel corso del 2019. Alla domanda sul perché, il 77% ha affermato di “non potersi permettere di acquistare più cibo”, piuttosto che indicare altri fattori di natura non finanziaria come la mancanza di trasporti o problemi di sicurezza a causa della pandemia.
Gli adulti nelle famiglie con bambini sono più propensi a riferire che la famiglia non ha abbastanza da mangiare: il 15%, rispetto all’8% per le famiglie senza figli. Dal 9 al 15 per cento degli adulti con bambini hanno riferito che i loro figli, a volte o spesso, non hanno mangiato abbastanza negli ultimi sette giorni perché non potevano permetterselo, raggiungendo un livello ben al di sopra di quello del periodo pre-pandemico. Le famiglie, in genere, riducono prima la quantità di cibo cibo per gli adulti prima di quello per i bambini. (La differenza tra il 9 e il 15 percento riflette i diversi modi di registrare le difficoltà alimentari nel corso dello svolgimento del sondaggio ).
Inoltre, l’analisi dei dati più dettagliati emersi con il sondaggio Pulse, svolto dal 17 febbraio al 1 marzo, mostra che tra 7 e 10 milioni di bambini vivono in una famiglia in cui i minori non mangiavano a sufficienza perché la famiglia non poteva permetterselo. ( … )
Gli adulti neri e latini riferivano più del doppio di quanto non facessero quelli bianchi sulle probabilità che la loro famiglia non avesse abbastanza da mangiare: rispettivamente il 20% e il 19%, a fronte del 7% degli adulti bianchi. Gli adulti che si identificano come indiani d’America, nativi dell’Alaska, nativi hawaiani, isolani del Pacifico o multirazziali, presi nel loro insieme, avevano più del doppio delle probabilità degli adulti bianchi di riferire che la loro famiglia non aveva abbastanza da mangiare, al 18%.
I dati di “Household Pulse” mostrano anche che milioni di persone non sono riuscite a coprire le spese degli affitti o dei mutui delle case. ( … ). I dati confermano che milioni di persone hanno difficoltà a pagare l’affitto. Secondo i dati raccolti dal 3 al 15 marzo, circa 12,1 milioni di adulti che vivono in alloggi in affitto – 1 su 6 affittuari adulti – non sono riusciti a pagare. Anche in questo caso, gli affittuari di colore erano più propensi a riferire che la loro famiglia non era stata presa dall’affitto: il 24% degli affittuari neri, il 21% degli affittuari latini e il 20% degli affittuari asiatici hanno dichiarato di non essere stati coinvolti nell’affitto, rispetto a 12 per cento degli affittuari bianchi. Il tasso era del 21% per gli adulti indiani d’America, nativi dell’Alaska, nativi hawaiani, isolani del Pacifico e multirazziali presi insieme.
Liberamente tratto e tradotto da Center on Budget and Policy Priorities ( CLICCA QUI )