Secondo le ultime rilevazioni gli agricoltori del Veneto guadagnano il 10% in meno rispetto al 2023.
Questi i dati della Cia Veneto che sottolinea come a fronte di un generale aumento dei prezzi i produttori vengono pagati sempre meno. E questo vale per tutte le filiere agricole, in questi mesi in piena raccolta, frutta, verdure, cereali ecc.
La Cia commenta che con un andamento del genere, siamo di fronte ad una legge del mercato al contrario e che, continuando di questo passo, si rischia di “mandare a gambe all’aria l’intero comparto, con effetti nefasti pure per i consumatori finali”.
Il caso più eclatante è quello dei cetrioli, che all’agricoltore vengono pagati appena 0,45 euro al kg, -36,9% rispetto al 2023. Giù il prezzo dei meloni, 0,77 euro al kg (-27,3%), e delle zucchine, 0,62 euro al kg, -29,9%. Per quanto riguarda i cereali, il mais – la principale coltivazione della regione, con oltre 150.000 ettari vocati – oggi viene pagato 22,9 euro al quintale (-10,2%), l’insilato di mais 4,5 euro al quintale, – 10%. Il frumento tenero, che si estende su una superficie di 90.000 ettari, vale 20,9 euro al quintale (-9,5%), mentre quello duro 25 euro al quintale (-25%). La soia, 130.000 ettari totali, è valutata 40 euro al quintale (-10%).
Conseguenze pure per i vini. Nel 2023 un litro di Serprino veniva pagato tra 1,20 e 1,40 euro al litro, quest’anno le prime indicazioni evidenziano almeno un -10% del valore stesso. Così anche il Prosecco Doc, il cui valore nel 2023 era compreso tra 1,70 euro e 1,80 euro al litro.C’è ovviamente da ritenere che il Veneto rappresenti solo un esempio della condizione dei produttori agricoli, autentiche vittime di un mercato distorto finito in mano alla grande distribuzione che, in realtà, è solo un esempio della finanziarizzazione dell’economia e del commercio alimentare.