La nostra zebretta ritorna sul tema della mentalità di comando che sembra esprimersi, in particolare, nei confronti della Magistratura (CLICCA QUI) e cita anche l’inedito incontro organizzato a Palazzo Chigi da Giorgia Meloni con il Vicepresidente del Consiglio superiore della Magistratura. Un fatto che sembra costituire davvero una novità e che pone non pochi interrogativi sul rispetto degli altri organi dello Stato.

Il Vicepresidente del Csm è colui che riceve l’incarico dal Presidente della Repubblica di dirigere i lavori e seguire i problemi gestionali della Magistratura. E’ in qualche modo sempre revocabile o, almeno, può ritrovarsi nelle condizioni di vedersi ritirare dal Presidente la delega ad operare. Nella storia repubblicana è accaduto solo una volta nel corso delle dure polemiche tra Francesco Cossiga e alcuni settori della Magistratura, così accese che l’allora Presidente delle Repubblica sospese dalle sue funzioni per qualche tempo l’allora Vicepresidente Giovanni Galloni.

Fu una delle peggiori crisi istituzionali della Prima repubblica. Non crediamo che Sergio Mattarella voglia giungere a tanto, ma è certo che lo sgarbo istituzionale della Presidente del consiglio e del Vicepresidente del Csm resta ed è pesante. E non è certo attutito dalle informative alla stampa fatte poi filtrare sia da Palazzo Chigi, sia dal Palazzo dei Marescialli, sul fatto che, a cose quasi fatte, qualcuno si era peritato di informare Sergio Mattarella.

Lo sgarbo non può essere stato fatto per caso. Anche perché avvenuto nel pieno del confronto in atto con la Magistratura da parte di Giorgia Meloni e del suo Governo tra le cui fila spicca il silenzio degli autodefiniti “moderati”.

Sono prove “sgarbate” di Premierato. E’ inutile girarci attorno. Inopportune per i tempi e l’ambito che le riguarda, ma anche perché sono cose che lasciano il segno e che sono notate, non solo in Italia. Così, sentiremo le lamentele per come sarà messo sulla griglia il povero Fitto dai parlamentari europei che lo sentiranno prima del voto sui commissari europei. E che magari chiederanno a lui, probabilmente ignaro della bella pensata di Giorgia Meloni, sul livello di rispetto delle istituzioni che l’attuale maggioranza italiana, che lui ha indicato per Bruxelles, dimostra. Oltre ovviamente il resto …

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