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Quando il “mobbing” irrompe ai piani alti dell’economia mondiale – di Massimo Brundisini

Talvolta, il ” mobbing” s’impadronisce della cronaca. Anche ai piani alti di quelli che appaiono come, se non i governanti del mondo, almeno gli orientatori del pensiero “dominante”.

Le cronache dei giorni scorsi sono state animate dall’inchiesta con cui il Wall Street Journal èfinito per accusare addirittura del fondatore del Forum di Davos che per chi non lo sapesse crea quelli appuntamenti annuali da cui, appunto, vengono propalate al mondo intero le indicazioni di fondo su temi che riguardano la vita di miliardi di persone.

“Molestie, mobbing e discriminazione” (CLICCA QUI) è è il clamoroso titolo del quotidiano economico finanziario più importante degli Stati Uniti, ma che sotto la proprietà di Rupert Murdoch ambisce a diventare il giornale più importante a spese del New York Times. E in questo contesto c’à da chiedersi se l’inchiesta costituisca solo una doverosa informazione o se dietro ci sia altro.

Il quotidiano economico rivela un ambiente di lavoro tossico dietro le quinte del Forum economico più famoso del mondo. Con un dirigente italiano che si è rifiutato di licenziare gli “over 50” ed è stato a sua volta licenziato

Professare l’inclusione e la sostenibilità, promuovere l’uguaglianza di genere mettendo al bando qualunque discriminazione, analizzare la geopolitica mettendo allo stesso tavolo i grandi del mondo con l’intento nobile di chiarire punti di vista, prevenire conflitti, incidere sull’emergenza climatica tentando soluzioni, obiettivi, condividendo la ricerca tecnologica e scientifica: eppure, nonostante intenti così alti, qualcosa sembrerebbe non funzionare nell’organizzazione del forum, dove tutti gli anni nel mese di gennaio sfilano i grandi. Un palcoscenico internazionale con pochi paragoni. Finito sotto la lente dei giornalisti investigativi del Wall Street il cui racconto dice di uno spaccato inatteso ed inedito fatto di molestie, discriminazione e di mobbing.

Vittime le donne, le persone di colore, gli over 50 addirittura messi alla porta per un arbitrario criterio generazionale basato sulla produttività.

Qualche anno fa Klaus Schwab, l’ottuagenario fondatore, decise di ringiovanire tutta l’organizzazione del Forum e chiese di sbarazzarsi di molti di quei dipendenti con più di 50 anni di età. Trovando, però, poca collaborazione nel Capo delle risorse umane, un ex dirigente della Banca Mondiale di nome Paolo Gallo. Secondo quest’ultimo avrebbe dovuto esserci una spiegazione ragionevole per il licenziamento di qualcuno. Finì con il licenziamento di Gallo.

Il racconto di un altro episodio sta facendo il giro tra i membri dello staff è quello relativo ad una giovane donna scelta per guidare un’iniziativa per le startup. La poveretta rimase in cinta e, così, Schwab si arrabbiò per il fatto che non sarebbe stata in grado di continuare a lavorare allo stesso ritmo, e le disse che non era adatta per il suo nuovo ruolo di leadership. Fu espulsa dopo un breve periodo di prova.

Inevitabili le accuse contro questo “padre padrone” del Forum per aver fatto incancrenire un’atmosfera ostile alle donne. Così come le persone di colore.

Almeno sei donne dello staff sono state espulse, o hanno visto le loro carriere arenarsi, quando erano incinte o tornavano dal congedo di maternità. Un’altra mezza dozzina ha descritto le molestie sessuali subite per mano di alti dirigenti, alcuni dei quali lavorano tuttora al Forum. Due hanno detto di essere state molestate sessualmente anni fa da personaggi illustri durante i raduni del Forum, anche a Davos, dove ci si aspettava che il personale femminile fosse a completa disposizione dei delegati.

I responsabili del Forum respingono, a voce e per iscritto, le conclusioni cui sono giunti i giornalisti del Wall Street Journal.

In ogni caso, in molti si stanno chiedendo le ragioni che spiegano l’attacco del quotidiano di Rupert Murdoch a Schwab. E secondo alcuni, un’ipotesi potrebbe ritrovarsi nell’ormai più che evidente, anche ai ciechi, piano per spostare l’asse di controllo del Pianeta ad est, con la Cina come primo attore al posto degli Stati Uniti. Ricordiamo il recente Forum estivo di Davos tenutosi in Cina dal 25 Giugno, ma anche la grande accoglienza avuta dalla delegazione cinese (ben 10 ministri) al Forum di Gennaio. Grandi manovre, allora, camuffate con una storia boccaccesca?

Massimo Brundisini

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