La buona sorte ci ha riservato finalmente un governo fatto in buona parte di competenti, e ciò dovrebbe favorire quanto meno l’occasione di avere adeguate competenze anche all’opposizione. Purtroppo non è così. Lo dimostra l’ultima incredibile sortita di Giorgia Meloni, leader di “Fratelli d’Italia “sul Corriere della Sera del 10 agosto.

Riferendosi alla decisione del Fondo Monetario Internazionale (FMI) di emettere 650 milioni di dollari di “diritti di prelievo” alla signora Meloni non è parso vero di cogliere l’occasione per attaccare, con la consueta supponenza, “governo economisti e giornalisti che avrebbero perso l’occasione di rendere l’Italia centrale nella scena internazionale facendosi promotori di una coraggiosa iniziativa per contrastare la crisi”.

In sostanza, secondo la nostra sovranista, la quota destinata all’Italia di questa emissione, pari a 20 miliardi di dollari, sarebbe immediatamente utilizzabile per di più senza costi e condizioni. La stessa lamenta invece che il fatto non è stato “preso nella giusta considerazione per la immotivata spocchia di governi e presunti esperti”.  La nostra, senza troppe reticenze, aggiunge che i mezzi per affrontare la crisi non sono solo quelli dell’Unione Europea “ma si trovano anche altrove e basterebbe alzare lo sguardo oltre i confini delle dinamiche europee per accorgersene.”

Altro che alzare lo sguardo. I casi sono due: o la Meloni non sa che cosa siano i “diritti speciali di prelievo” oppure lo sa (glielo avranno forse spiegato) ma non vuole perdere l’occasione di aggrapparsi alla ennesima boutade sovranista.

Tanto non tutti sanno che questi strumenti finanziari non sono soldi, non hanno lo status di valute, non possono essere usati per la spesa corrente e nemmeno per comperare titoli di Stato. Sono diritti di acquisire valute dalle banche centrali degli Stati aderenti che non ne hanno bisogno da parte di altre banche centrali dei Paesi che hanno invece necessità di approvvigionarsi in dollari, euro o altre monete senza dover impegnare le loro riserve. Un tempo si utilizzavano le riserve di oro, oggi si utilizzano i diritti di prelievo. Sono in sostanza mezzi dello stesso Fondo Monetario che interviene con strumenti propri per consentire ai Paesi a basso reddito di sostenere la loro bilancia dei pagamenti. Tutto qui.

Il recente vertice mondiale della salute, tenutosi a Roma quest’anno, aveva richiesto una iniziativa di questo genere proprio per consentire ai Paesi più fragili, colpiti dalla pandemia, di poter far fronte alle nuove esigenze sostenendo le loro bilance dei pagamenti di fronte ai mercati. Il presidente Draghi lo ha ribadito più volte proprio allo scopo di garantire i flussi di prelievi dai Paesi più ricchi a quelli con minori possibilità.

Che vuole quindi la leader di “Fratelli d’Italia” e della destra sovranista europea? Vuole si faccia una cosa che non si può fare. Persino durante la terribile crisi finanziaria del 2008-2009 il governo italiano non utilizzò questi strumenti, eppure la Meloni avrebbe dovuto ricordarselo visto che di quel governo  faceva parte.

Evidentemente ciò che conta oggi è denunciare un presunto mancato impegno, anche sapendo che non può e non potrà essere assunto. Sarebbe bastato sapere, e per un leader di partito dovrebbe essere quanto meno doveroso, che il nostro Paese ha la propria bilancia commerciale in attivo e che mai nessuno degli Stati del G7 ( ovvero i Paesi  più avanzati) ha mai utilizzato questi strumenti.

Se l’incompetenza al potere non c’è più, certo, è rimasta ben rappresentata alla opposizione.

Guido Puccio

 

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