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Quando un giudice riscopre la dignità costituzionale del Lavoro … e del salario

Nella Petizione di INSIEME sul Lavoro (CLICCA QUI) si è sottolineato ancora una volta come “la questione Lavoro non ha ancora guadagnato, come merita, la centralità nell’attenzione delle forze politiche e del Governo”. Siamo il Paese, tra quelli più evoluti, in cui il Lavoro ha perso di più dignità e ruolo.

Da anni ed anni, ci lamentiamo della “supplenza”, in taluni casi si è parlato di vera e propria invadenza, da parte della Magistratura. E questa volta, fortunatamente, la cosa si è ripetuta a difesa del diritto al giusto stipendio. Un giudice del Lavoro di Milano, infatti, ha accolto il ricorso una lavoratrice per la sua paga da fame ed ha ricordato che il Lavoro è di tutelato dalla Costituzione e che ciò prevale sul contratto collettivo.

La sentenza, cui è stata portata una ridotta attenzione da parte degli organi di comunicazione, è in sintonia con la proposta di INSIEME di lanciare l’idea di definire un nuovo “Statuto del Lavoro” (CLICCA QUI). Lavoro considerato “non solo come fonte di reddito, ma anche affermazione della dignità del cittadino, diritto sociale primario che, accompagnato dal diritto alla casa ed alla salute, all’istruzione ed alla cultura, costituisce il fondamento che rassicura la vita della famiglia e le garantisce la condizione necessaria a costruire il proprio ruolo di inalienabile fondamento della collettività”.

C’è paradossalmente da augurarsi che il caso giunga dinanzi alla Corte costituzionale perché venga sancito in maniera definitiva e diretta il valore del Lavoro così come definito dalla nostra Carta fondativa perché non abbiamo alcuna speranza che i partiti di oggi siano in grado di intervenire davvero per tutelare il Lavoro e le lavoratrici e i lavoratori. Che, poi, siamo tutti noi.

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