Il verbo scelto per la 44ª Giornata della Vita 2022, è Custodire, nella Bibbia il termine è šāmar. Nella Genesi l’uomo, creato a immagine e somiglianza di Dio, è chiamato alla custodia del Creato, in un Giardino, l’Eden, di per sé perfetto ma necessario di tutela.
Nella Bibbia la parola “samar” ha un grandissimo valore religioso perché pone l’uomo al centro della Creazione in termini di collaboratore e custode a tutela e cura di ciò che è stato posto in essere, appunto il mondo, come dono d’amore. L’armonia, la bellezza ed il senso della Vita allora dobbiamo ricercarli proprio nell’atto di consegna del mondo da parte di Dio all’uomo, che diventa creatura unica responsabile del Creato stesso ,in tutte le sue declinazioni possibili, affinché sia sempre mantenuta vera armonia tra Cosmo e Specie.
Ma questa non può essere un’interpretazione per soli credenti. La valenza antropologica di tale asserzione non può che essere “spiritualmente” umana. Nel tempo però questa custodia è venuta meno, o meglio è stato dimenticato il significato simbolico del dono, perché è ritornato in tempo stabilito l’atroce inganno primordiale che possiamo riformulare come ricerca di supremazia da parte dell’uomo sulla vita, con il tentativo di escludere il primato di Dio. Dal dono ricevuto così già perfetto, l’uomo è ritornato a voler ricalcare la scena del datore della vita, o per meglio dire, del manipolatore innaturale della vita.
Mai come in questo tempo la natura sta dimostrando di vivere in sofferenza come risultato di una continua mancanza di cura dell’uomo che ha preferito esercitare cambiamenti che l’hanno mortificata, fuori da ogni rispetto e tutela dello stesso ambiente. L’uomo ha scelto non più di custodire tanta bellezza, ma di intervenire sulla vita e modificarla a proprio vantaggio e purtroppo oggi assistiamo al capolavoro che è stato in grado di realizzare. Da unico custode a primo soggetto distruttore del Creato.
Errore di Dio nell’affidare all’uomo simile privilegio? Certamente no, chi ama senza alcuna riserva non sbaglia mai.
Occorre però fare una riflessione su dove l’uomo sta sbagliando, su come porre rimedio a così tanta scelleratezza.
Il primo passaggio richiama ad un’assunzione di responsabilità, immediata. Tutti i soggetti protagonisti di scelte legislative, di opzioni sociali e politiche, di innovazioni tecnologiche, di derive antropologiche, dichiarino la propria colpevolezza avendo modificato l’assetto naturale dell’esistenza a solo scopo speculativo.
Occorre però fare una riflessione su dove l’uomo sta sbagliando, su come porre rimedio a così tanta scelleratezza.
Il primo passaggio richiama ad un’assunzione di responsabilità, immediata. Tutti i soggetti protagonisti di scelte legislative, di opzioni sociali e politiche, di innovazioni tecnologiche, di derive antropologiche, dichiarino la propria colpevolezza avendo modificato l’assetto naturale dell’esistenza a solo scopo speculativo.
Il secondo passaggio richiede il riconoscimento di quella Verità ( Parresia)che emerge dopo la dichiarazione di colpa.
Per anni il progresso è andato avanti come riscatto verso una certa cultura confessionale, antica e definita soffocante. Oggi paghiamo le conseguenze di questa ideologica menzogna. Il terzo passaggio invoca il coraggio…di tutti!
Non è più il tempo dell’attesa di chi ha il compito di fare, di chi ha l’esercizio delle azioni e della rappresentanza politica. Tutti dobbiamo uscire da uno stato di ipnosi collettiva e riflettere come meglio agire per il proprio bene in famiglia, a lavoro, nelle istituzioni scolastiche, nella società, nel mondo.
Per anni il progresso è andato avanti come riscatto verso una certa cultura confessionale, antica e definita soffocante. Oggi paghiamo le conseguenze di questa ideologica menzogna. Il terzo passaggio invoca il coraggio…di tutti!
Non è più il tempo dell’attesa di chi ha il compito di fare, di chi ha l’esercizio delle azioni e della rappresentanza politica. Tutti dobbiamo uscire da uno stato di ipnosi collettiva e riflettere come meglio agire per il proprio bene in famiglia, a lavoro, nelle istituzioni scolastiche, nella società, nel mondo.
La Vita è meravigliosa nella misura in cui torna ad essere vissuta in consapevolezza, coscienza e autenticità. Questi anni di pandemia consideriamoli come un’esperienza che ha voluto narrare cosa il mondo ha rischiato e cosa rischia se non modifichiamo la nostra prospettiva di vita.
Questa 44ª giornata allora non sia vissuta invano, possiamo cambiare se alla ignavia indotta, replichiamo con autentica conversione della mente e dei cuori. Il compito di Custodire è proteggere soprattutto noi stessi e scoprire che ogni attimo della nostra esistenza è dono grande. Questa pandemia ha dimostrato che quando la vita esercita la sua non ovvietà ecco che avvertiamo un senso di impotenza e smarrimento. Viva la Vita allora, permettiamo la sua esistenza… e non lasciamo più cadere il nostro compito di custodi, privilegio che ogni anno abbiamo il dovere di non dimenticare.
Eleonora Mosti