L’Italia “raccontata” e quella vera. Siamo appena stati costretti a verificarne la distanza in materia di produzione industriale (CLICCA QUI).  Adesso è la volta del numero dei nuovi mutui accesi dagli italiani. Un vero e proprio tracollo.

Secondo il recente Rapporto Mutui Ipotecari, in Italia nel 2023, ne sono stati sottoscritti e registrati quasi il 25% in meno rispetto all’anno precedente. Esattamente del 24,7% con un decremento in euro dei valori finanziari dell’11,9% sempre rispetto al 2022.

Le famiglie, insomma, non si fidano ed hanno paura in aggiunta a quelli che il mutuo, soprattutto le coppie giovani, non se lo possono proprio permettere. Secondo gli analisti, due le principali cause del fenomeno che è diventato davvero preoccupante: tassi in crescita e aumento generale del costo della vita.

Va un pò meglio per i mutui relativi ad immobili non residenziali quali quelli che interessano le imprese, dato che, però, starebbe anche ad indicare una maggiore propensione delle aziende a finanziare attività economiche, diversificando le loro fonti di investimento.

Anche nel caso dei mutui si ripropone la divisione tra Nord e Sud. Il primo si conferma come l’area con la quota più elevata di mutui con circa il 60% della quota nazionale.

Milano è in controtendenza con una crescita del 3,1%, dato che, però, la colloca come unica grande città in una simile condizione. Secondo il rapporto il 70% del capitale finanziario “estratto” dagli immobili milanesi, quasi 11 miliardi di euro nel 2023, sono stati utilizzati per attività economiche diverse dal mercato immobiliare.

Come un cane che si morde la coda, il timore degli analisti è che questa situazione porti ad un aumento ulteriore dei tassi d’interesse rendendo i prestiti ancora più costosi e più improponibili per le famiglie con meno risorse e possibilità. Attese conseguenze negative, dunque, anche per tutto il comparto immobiliare e per quello delle costruzioni.

Ma non basta, il permanere di una situazione tanto critica potrebbe portare ad una perdita di valore degli immobili di proprietà già esistenti perché questa sarebbe la conseguenza di un mercato fermo per stagnazione, nel quale a fronte di un’offerta costante, la domanda ha una forte tendenza al ribasso.

Gli italiani, insomma, vivono una grande incertezza che spinge alla prudenza e riduce la fiducia nel mercato. E questo potrebbe portare a delle gravi conseguenze per l’economia nel suo complesso che, evidentemente, non vive solo di una lettura acritica del solo dato del Pil, comunque già non in rialzo come qualche mese fa.

 

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