E’ stato davvero imbarazzante seguire ieri sera la trasmissione Report (CLICCA QUI). In disagio nel rivedere la figura fatta da Matteo Salvini in Polonia quando un sindaco, di destra, di una città dove sono confluiti centinaia di migliaia di profughi provenienti dall’Ucraina, gli ha clamorosamente contestato l’amicizia con Vladimir Putin. Immagini che già avevano fatto il giro del mondo. E non è bello per chi è italiano vedere un ex Vicepresidente del consiglio, ex Ministro d’interno e Senatore della Repubblica fare una figura del genere. In fondo, ne va di mezzo il vero senso del decoro nazionale.
Questa parte del programma, dedicata ai più che opachi rapporti tra Salvini e la Lega, da un lato, e Putin e una parte del suo mondo, dall’altro, non ha aggiunto niente di nuovo. In alcuni momenti, però, è stato inevitabile giungere fino al riso e nonostante fino a poco prima si fosse assistito alle drammatiche immagini dell’Ucraina lacerata dalle bombe russe. Nel riascoltare fanciullesche esaltazioni del Presidente russo, nel seguire quell’intreccio, con tratti anche rivelatori di una puerilità sconcertante, di cui quei rapporti fanno parte e che mettono assieme le inquietanti relazioni con movimenti neofascisti e bolscevichi, gruppi esoterici, oligarchi russi- anche se uno che abbiamo sentito preferisci dirsi filantropo – estremisti religiosi, esponenti della destra politica di tutto il mondo, come se davvero esistesse un reticolo che avvolge il mondo intero andando da Salvini, alla Le Pen, a Putin, a Trump e ad una galleria di personaggi improbabili, ma noti alla cronaca per il loro fanatismo fino nazista.
L’immagine di Salvini ne è uscita letteralmente a pezzi. Ma non perché ci siamo trovati di fronte ad una miscellanea di frasi e dichiarazioni che parlano della sua infatuazione per Putin, continuata fina ad ieri. Basti guardare all’accordo sottoscritto dalla Lega con il partito di Putin e a quello tra i movimenti giovanili tra le sue organizzazioni. Un “contratto” vero e proprio che non si capisce se sia stato disdettato oppure no. Anche su questo l’ambiguità è emersa sovrana. Quello che ha colpito sono le risposte di Salvini per il suo non negare proprio niente di quelle relazioni e limitarsi a dire che chi fa la guerra sbaglia sempre. Pure, quegli accordi, i suoi viaggi a Mosca, e quelli di suoi fidati sodali, con i quali oggi rinnega la relazione, ma sempre in modo opaco. Sì, perché sono quelli finiti sotto inchiesta accusati di aver illecitamente ricevuto finanziamenti russi. Dichiarazioni e viaggi fatti ben dopo che Putin aveva occupato la Crimea e, di fatto, messo sotto controllo una parte delle due regioni che formano il Donbass.
Scandaloso, per non dire di peggio, il sentire il richiamo al sentimento religioso da parte di questo fronte “putiniano” e delle sue propaggini italiane. Il cristianesimo portato a giustificazione di una guerra fratricida e di estrema violenza, ma per benedire operazioni politiche di destra, con il condimento di immancabili finanziamenti recapitati a gruppi e ad associazioni che si presentano come gli esclusivi difensori di taluni valori. Stessi valori, però, di cui si sta facendo strame tra le case e nelle strade d’Ucraina da parte di veri e propri alleati politici.
Abbiamo risentito il Salvini che affidava al Cuore di Maria i suoi progetti politici. Lo abbiamo sentito nominare il Papa quale suo esclusivo riferimento. Perché solo Francesco, ha detto il capo della Lega, si adopera per la Pace. Peccato che la Madonna non smuova il cuore di Salvini, così come quello di quei cattolici dalle idee confuse che stanno con lui, quando si dovrebbe superare ogni forma di egoismo sociale e geografico. O che egli faccia sempre finta di dimenticare, e così i cattolici dalle idee confuse che stanno con lui, come Papa Francesco abbia sempre parlato anche della necessità di costruire ponti invece che mura, come quelle che i leghisti avrebbero sempre voluto innalzare di fronte ai migranti.
E pensare che Salvini pensa di poter davvero continuare a fare il leader in questo Paese.