Fluttuazione climatiche in Italia

Trombe d’aria a Milano. Sicilia a ferro e fuoco. Punte di calore che hanno superano i 40° a Roma. Sono solo alcune delle cose che sono successe in tutto il territorio italiano nel mese di agosto del 2023.

Temperature sempre più calde. È normale tutto questo? Sono i così detti cicli climatici oppure c’è qualcosa di più?

Dati geologicamente accertati attestano che le fluttuazioni climatiche ci sono sempre state nella storia geologica della terra. Ma ora in  proporzioni enormi.

Inquinamento climatico

C’è da preoccuparsi? Ovviamente si. Negli ultimi 150 anni sono stati raggiunti in atmosfera livelli di anidride carbonica mai raggiunti prima (basti consultare l’ultimo rapporto dell’IPCC “ar 6” del 2022). Questo aumento è strettamente collegato alle attività umane quali: produzione di energia mediante lo sviluppo di combustibili fossili quali carbone, gas naturale e petrolio (77%). Processi industriali e uso dei prodotti (9.1%). Agricoltura (10.55). Trattamento dei rifiuti (3.3%).

Quali sono le conseguenze di queste emissioni? Le conseguenze sono tangibili nella vita di tutti i giorni, basti pensare alla frequenza con la quale avvengono fenomeni atmosferici estremi, che, seppur sempre avvenuti, sono stati in quantità estremamente ridotta.

Danni da riscaldamento

Gli effetti del riscaldamento non si limitano solo agli eventi atmosferici, purtroppo.

Il 28 giugno 2023 nella località di Marina Gioiosa Ionica (RG) è stata avvistata una specie aliena da pescatori professionisti. È stato il secondo avvistamento nel corso di pochi giorni (il primo è avvenuto circa una settimana prima nelle acque della provincia di Crotone). La specie in questione si tratta del pesce scorpione, tipico del mar rosso, acque che a livello ecosistemico diventano sempre più inquinate.

Danni ambientali e alla salute

Le attività umane ovviamente non creano danno solamente all’ambiente, ma anche direttamente a noi umani. Tutti abbiamo sentito parlare delle cosi dette polveri sottili. Cosa sono queste polveri sottili? Sono  piccolissime particelle di scarto della lavorazione di prodotti come il petrolio e altri combustibili fossili. Secondo L’EEA (European Enviroment  Agency) in tutto il mondo ci sono stati circa 7.000.000 di morti riconducibili direttamente o indirettamente a queste particelle.

Come intervenire

Si può fare qualcosa per contrastare tutto questo? È troppo tardi? Non è tardi ed ovviamente si può intervenire per contrastare questo fenomeno.

Occorre  qualcosa di più grande, a livello istituzionale, poi imprenditoriale e legislativo.

Ovviamente solo dall’improrogabile approvazione della Strategia dell”operante Macroregione Mediterranea avremo la soluzione strutturale.

Ma non bisogna smettere di operare in grandi e piccole iniziative.

Attività di riciclo

Una questione di cui si parla molto poco è sicuramente il riciclo di determinati prodotti. Citandone uno, quanti pneumatici vengono gettati via in Europa ogni anno? Secondo la Michelin, principale produttore di pneumatici in Italia, si stima che l’ammontare Europeo di pneumatici non riciclati è addirittura di 128.000.000 unità, con una conseguente emissione di 6.600.000 di CO2.

In Italia, degli pneumatici raccolti, il 52% viene utilizzato come combustibile per la creazione di energia, avendo questo prodotto un valore termico simile a quello del carbone. Il restante 48% viene riciclato.

Riciclo degli pneumatici

Il riciclo degli pneumatici avviene in 3 step distinti: stallonatura, prima frantumazione e seconda frantumazione. Al termine dei vari step si avranno 3 prodotti pronti ad essere riutilizzati: gomma, tessuto, metallo.

Le ultime due possono essere spediti in impianti appositi per il loro riciclo, la prima può essere ulteriormente selezionata in base allo spessore del granulato (prodotto finale del riciclo della gomma). Un granulato con grani aventi spessore minore di 0,8 millimetri vengono utilizzati principalmente per la costruzione di strade con diversi benefici: asfalti progettati con una componente di granulati risultano infatti più silenziosi (riduzione del rumore fino a 5 decibel), hanno una durata fino a 3 volte superiore a quella di un asfalto convenzionale e sono più efficaci nel drenaggio dell’acqua, rendendo il manto stradale più sicuro. 

Incentivare una politica unitaria in tema riciclo dei pneumatici

L’auspicio è quello di incentivare attività rivolte al riciclo di questi pneumatici in quanto ad oggi ancora la maggior parte di questi ultimi viene bruciata per la produzione di energia, aumentando ulteriormente le emissioni.

Attività di questo tipo porterebbero a numerosissimi benefici  quali: miglioramento dello stato di salute dei centri abitati limitrofi ai centri di smaltimento; maggiore sicurezza nei trasporti con conseguente sviluppo degli scambi commerciali su gomma. Tutto questo, unito a numerosissime altre attività, porterebbero a uno sviluppo economico generale.

In aggiunta a ciò, è assolutamente necessaria la formulazione di una legislazione comune, che rispetti le diversità culturali presenti ma che unisca tutti verso questo sviluppo economico ed ambientale necessario per il bene di tutti.

O il futuro è Green Economy (uno dei quattro Pilastri della Macroregione Mediterranea) o rischiamo di non avere proprio il futuro.

Rosaria Salamone

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