Don Ciotti, fondatore e presidente di Libera , intervistato dal “ Corriere della Calabria “ il 23 luglio u.s., affronta da par suo i nodi irrisolti di “ una terra meravigliosa “ , la Calabria.
Nell’ ambito di un ragionamento ben più articolato e documentato che spazia dalle gravi responsabilità di una “ politica smemorata “ che depotenzia i presidi creati per il contrasto alla criminalità organizzata, alla necessità che i cittadini “ alzino la voce per chiedere ciò che è giusto” per “creare le condizioni affinché i ragazzi tornino “ , don Luigi Ciotti , commentando le decisioni del Governo in tema di giustizia, autonomia differenziata, politiche sociali e giovanili, dichiara che “il Ponte sullo stretto non unirà due coste, ma due cosche sicuramente sì”.
Alle dichiarazioni di don Ciotti ha reagito immediatamente il Ministro Salvini in maniera oltremodo sgangherata durante l’evento “L’Italia dei sì. Progetti e grandi opere per il Paese.” Dice Il Ministro: “Mi ha fatto specie leggere sui giornali le parole di un signore in tonaca che ha detto che il Ponte più che unire due coste unirà due cosche, queste parole sono di una volgarità, ignoranza e superficialità senza confini”. “Non solo è una mancanza di rispetto nei confronti di milioni di italiani ma con le decine di migliaia di posti di lavoro sarà la più grande operazione antimafia dal dopoguerra ad oggi perché la mafia la combatti con il lavoro e lo sviluppo e non con convegni e chiacchiere”.
Il Ministro parla senza aver fatto il test dei tre setacci: quello che avrebbe fatto Socrate prima che qualcuno raccontasse ogni cosa sugli altri.
Egregio sig. Ministro, avrebbe chiesto il saggio Socrate, ha verificato per caso se quello che ha detto è vero ? E se quello che ha detto è qualcosa di buono ed è anche utile che si sappia? Immagino l’esito del dialogo se fosse stato possibile dialogare in quell’assemblea.
Non è vero che le dichiarazioni di don Ciotti, che spende la sua vita di sacerdote in difesa degli ultimi, pagando di persona, sono volgari, ignoranti e superficiali. Sono dichiarazioni non solo meditate e documentate, ma che trasudano di vita vissuta di un prete innamorato di Gesù e dei poveri. Il fatto è noto e non ha bisogno di prova alcuna.
Il Ministro si scaglia con parole virulente nei confronti di uno tra i maggiori esperti di fenomeni mafiosi che ha osato esporre un’argomentata e documentata opinione critica. Difficile trovare qualcosa di buono nelle parole del Ministro che pure bacia il rosario in conferenza stampa e cita a sproposito il vangelo.
Ma non è neppure utile far scadere il dibattito, su questioni così delicate ,al livello di rissa verbale eludendo ( volutamente ?) il merito dei problemi toccati da don Ciotti con la pacatezza e la fermezza che gli è unanimemente riconosciuta.
Se dunque quello che ha detto il Salvini non è vero, né buono né utile, perché lo ha detto e soprattutto perché in quel modo? Di solito quando la reazione è violenta ( verbale, s’intende) si vuole compensare la carenza di argomenti pertinenti… e il Ministro ne ha dato ampia prova. Eppure, le sue dichiarazioni hanno riscosso un sia pur flebile applauso dell’assemblea convenuta.
E’ quell’applauso che fa male e deve far riflettere.
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