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Sanchez e il piano spagnolo sui migranti

La Spagna ha in programma promuovere l’immigrazione come strumento efficace di prosperità.

Dinanzi al Parlamento spagnolo, il Primo ministro iberico, Pedro Sancez, pobendosi in netto contrasto con l’atteggiamento di gran parte dei suoi colleghi europei, ha detto che “la Spagna deve scegliere tra essere un paese aperto e prospero o un paese chiuso e povero”.

A suo avviso, quella dell’immigrazione non è solo una questione di umanità, ma che gli appare come l’unico mezzo realistico per far crescere l’economia e sostenere lo stato sociale in un paese in cui il tasso di natalità resta tra i più bassi dell’Unione europea.

“Nel corso della storia, l’immigrazione è stata uno dei grandi motori dello sviluppo delle nazioni, mentre l’odio e la xenofobia sono stati – ha aggiunto Sanchez, si sono sempre rivelati i più grandi distruttori di nazioni”. Secondo il Primo ministro spagnolo l’unico problema è quello di saperla gestire bene.

L’intenzione di Sanchez è ora quella di investire risorse per l’inserimento dei migranti nel mercato del lavoro e ridurre la complessità delle procedure burocratiche per la valutazione delle le domande di residenza per contrastare al rischio spopolamento dei comuni e per rispondere alla domanda di badanti per gli anziani, di programmatori, operai e tecnici per le aziende, oltre che di bambini per le scuole che rischiano di chiudere per mancanza di alunni.

Il Primo ministro spagnolo ha anche citato i due milioni di spagnoli emigrati all’estero durante la dittatura franchista e i tanti altri che hanno lasciato la Spagna per cercare lavoro in altre parti del mondo: “Dobbiamo ricordare le odissee delle nostre madri e dei nostri padri, dei nostri nonni e delle nostre nonne in America Latina, nei Caraibi e in Europa. E capire che il nostro dovere ora, soprattutto ora, è essere quella società accogliente, tollerante e solidale che loro avrebbero voluto trovare”.

“Voglio , ha concluso Sanchez, che i cittadini capiscano che questa non è una battaglia tra spagnoli e stranieri, o cristiani e musulmani o santi e criminali. È una battaglia tra verità e bugie, tra racconti e dati, tra ciò che è nell’interesse della nostra società e gli interessi di pochi che vedono nella paura e nell’odio per gli stranieri l’unica via per raggiungere il potere”.

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