Riceviamo e, volentieri, pubblichiamo
Caro Giancarlo,
dopo l’elezione della Schlein alla segreteria del PD e la fine ingloriosa di Renzi e Calenda credo che si aprano degli spazi per i cattolici. Famiglia cristiana ha pubblicato lo scorso 26 febbraio una mia lettera sui cattolici e la politica che potrebbe essere una base di discussione. Il problema è anche quella della collocazione.
Ho letto l’intervento di Galbiati. Personalmente guarderei a sinistra, ma trovo l’impostazione della Schlein molto debole. Temi come la maternità surrogata o l’adozione di bimbi da parte di coppie omosessuali non si risolvono con un pro o un contro, ma sarebbe importante capire che cosa dicono la scienza e la ricerca indipendente. Mi piacerebbe un dibattito sereno non ideologico. E soprattutto non necessariamente è progressismo se lo dice la sinistra.
La destra a me non piace. Sul piano economico è troppo sbilanciata verso un mercato senza regole che ha fatto disastri immani. Non amo il nazionalismo confuso con l’identità nazionale. Le due cose sono diverse. Le scelte curiose, come l’uso della lingua italiana nella PA, quando nei concorsi pubblici si pretende una conoscenza dell’inglese certificata, sono sciocche e provinciali. La lingua andrebbe studiata più approfonditamente a scuola con il latino e l’identità andrebbe coniugata con la conoscenza della storia, della storia dell’arte e possibilmente a musica.
Io sono convinto che i cattolici abbiano qualcosa da dire a questo Paese impoverito sul piano economico e culturale.
Pasquale Pellegrini