La Cina si è fatta promotrice di un accordo sul dopo guerra, in corso nella Striscia di Gaza tra Hamas e Fatha, la principale organizzazione che esprime l’Autorità palestinese al governo in Cisgiordania.

Israele ha subito reagito negativamente escludendo la possibilità che siano i palestinesi a gestire la Striscia.

I cinesi sono comunque riusciti, dopo tre giorni di colloqui a Pechino a far ritrovare un accordo tra le due principali fazioni ed altre 12 organizzazioni palestinesi dopo anni ed anni di divisioni e di scontri fra di loro, anche furiosi.

La Cina si avvicina anche al Mediterraneo ed espande le proprie capacità di potenza globale. Lo fa anche approfittando dell’inazione dell’Occidente, in generale, e dell’Europa, in particolare. Quest’ultima sempre incapace a sollecitare e favorire una diversa soluzione al lungo conflitto che dal 1948 continua ad infiammare Israele e la Palestina.

Il Ministro degli esteri israeliano Katz è stato particolarmente critico verso l’accordo e polemico con il Presidente dell’autorità della Palestina Abbas rimproverandogli il cambio d’atteggiamento nei confronti di Hamas. Sorvolando sui tanti critici del suo Primo ministro Netanyahu cui molti stessi israeliani contestano l’aver favorito la crescita di Hamas per seguire la logica del “divide et impera” e che, invece ha portato all’attacco terroristico del 7 ottobre dello scorso anno.

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