Cent’ anni fa – 27 maggio 1923 – nasceva a Firenze Don Lorenzo Milani. Ed a Firenze, dopo aver trascorso molti anni di vita e di studio a Milano, morì a soli 44 anni. Nel momento in cui la contestazione giovanile era in incubazione e nasceva il Movimento Studentesco. Don Milani, nato e cresciuto in un ambiente colto, soffriva l’umiliazione de poveri e la deprivazione culturale degli ultimi.
Da Barbiana ha precorso, a suo modo, lo spirito di quel tempo. Ha rivendicato la dignità della persona.
Ma è difficile dire che cosa Don Milani avrebbe pensato davvero del “’68”. Un fenomeno complesso, multiforme, ricco di contraddizioni, nel quale si sono mischiate e sovrapposte aspirazioni genuine che Don Milani avrebbe condiviso, ma anche istanze che beffardamente evocate, in nome del Che o di Mao, dai figli benestanti della buona cortesia andavano in tutt’altra direzione. Eppure, prevaleva il presentimento ancora sfuocato di un mondo nuovo, di una domanda di libertà che nasceva dalle viscere di una società che voleva scuotersi dall’ inerzia che la ingrigiva per tornare a sognare orizzonti, cui la cultura dei consumi non aveva nulla da dare.
Due domande:
*siamo in grado di condividere, anzi di vivere quella sofferenza, quasi fisica, verrebbe da dire, che Don Milani pativa di fronte ai suoi ragazzi che faticavano a leggere e scrivere?
*se e come avrebbe utilizzato gli strumenti della comunicazione digitale nel quadro del suo progetto educativo ?
Sono profili sui quali ci proponiamo di tornare.