Giorgia Meloni ha proprio ragione. Cha senso ha tirare in ballo il fatto che, da buona madre, ha portato con sé a Bali la figlioletta? Certa stampa non ha altro proprio di meglio da fare che banalizzare tutto ciò che affronta. Si tratta di quei pezzi di “colore” destinati, invece, a distrarre e a non porre i veri problemi che contano, oltre che ad appesantire inutilmente di polemiche banali un quadro politico che meriterebbe ben altra considerazione. E’ anche mamma e, quindi, apprezziamo che riesca a farlo nonostante i gravosi compiti cui è chiamata.
La querelle è comunque servita a non chiederle delucidazioni su cosa stia accadendo in Sicilia dove è già saltato tutto. Anche per responsabilità di Fratelli d’Italia, la maggioranza si divide. Forza Italia si spacca addirittura in due gruppi parlamentari all’Assemblea regionale. Interessi personali e interessi esterni fanno sentire più che mai il senso di quella che viene chiamata “trasversalità” e che, sicuramente, vedremo concretizzarsi quando si tratterà di spendere miliardi di euro per questo o quel provvedimento.
Come in altre parti, c’è un bagaglio di vecchie ruggini tra vecchi potentati che non si riescono a smaltire. Nuove tossine si aggiungono a seguito dei mutamenti degli equilibri interni anche alla coalizione che ha portato, ma verrebbe da dire quanto solo formalmente, e per quanto tempo, Schifani a figurare come un vittorioso condottiero subito azzoppato da capetti e sottocapi manovrati da Roma. Come sembra sia il caso di dire alla luce delle ricorrenti voci che, dietro la manovra in atto contro Schifani, vi sia anche l’azione del ministro Lollobrigida che di Giorgia Meloni è il cognato.
Non solo la stampa dovrebbe stare attenta a non mischiare la famiglia con la politica. E là dove la cosa non è oggettivamente possibile, perché non si può impedire a sorelle e cognati, o ad altri parenti, di rinunciare ad una propria partecipazione se c’è una tale passione, almeno ad adottare quel discernimento, quella cura nei gesti e nei comportamenti che aiuterebbero ad eliminare tanti equivoci il cui effetto è solo quello dell’aumento del disgusto sempre più diffuso tra gli italiani.
Giorgia Meloni, sia pure con il sapore di un tempo che fu, fa “belli” annunci. Parla dell’intenzione di definire un’altra Italia, anche grazie ad un Governo coeso e dal piglio programmatico che avrebbe cinque anni d’orizzonte davanti. Se quello siciliano è il metodo, destinato ad abbassare ulteriormente la qualità della nostra politica, a continuare con la doppia “verità” dei proclami e dei comportamenti concreti, a mostrare un impegno pubblico concepito solamente come lotta per bande e finalizzato al solo accaparramento del potere, forse è il caso che si lasci l’Italia con i limiti e i guai che già c’ha. Non abbiamo bisogno di altri.
E’ certamente meglio lasciare gli affetti familiari fuori della cosa pubblica per concentrarsi su ben altro. Possibilmente, davvero in maniera costruttiva e consapevole: cosa, però, già smentita subito in Sicilia dove è stata chiamata a governare la stessa maggioranza insediata a Roma.