Ecco uno strumento in più, di facile lettura, per capire i grandi cambiamenti in corso nel tempo che viviamo.
Le democrazie occidentali, e l’Europa in particolare, dopo la caduta dell’impero sovietico, ben lungi dal rappresentare il modello delle democrazie e dei diritti civili, sono invece sotto attacco. Da un lato Putin che ha interesse a fare implodere l’Unione Europea e la NATO per allontanarci dall’alleato americano; dall’altro la Cina che vuole diventare “l’unico vero rivale strategico degli Stati Uniti e per farlo preme per insediarsi nei mercati europei con gigantesche infrastrutture, il controllo delle nuove tecnologie e per “trasformare l’Europa in un terreno di conquista.”
E’ così iniziata, secondo il Direttore de La Stampa di Torino, Maurizio Molinari, la seconda guerra fredda definita “ibrida” perché non più basata sulla ideologia e sulla deterrenza nucleare ma piuttosto sul controllo delle nuove tecnologie e sulla vulnerabilità dell’Occidente, a sua volta sempre più diviso e costretto a fare i conti con le stagnazioni economiche, l’alta disoccupazione, le migrazioni e la rivolta dei ceti medi.
Da quanto avviene in Europa le due strategie, russa e cinese, sembrano facilitate dall’avvento dei populismi e dai sovranismi che rendono gli Stati più vulnerabili. La complessità della nuova guerra fredda è accentuata dalla presenza di più protagonisti: oltre a USA, Cina e Russia, che si muovono sullo scacchiere mondiale, confliggono nel vicino oriente, la Turchia di Erdogan e l’Iran degli ayatollah per la supremazia nell’area. Il primo con l’aspirazione di riecheggiare l’impero ottomano e il secondo che ha ormai aperto l’accesso al Mediterraneo con l’asse sciita fino al Libano.
Quanto all’Italia, già cerniera tra Est e Ovest fino alla caduta del muro di Berlino, è oggi in bilico in quanto fortemente esposta all’espansionismo economico cinese e alla volontà di penetrazione russa: bastano le cronache per dimostrare le ambiguità della Lega nei confronti di Putin come pure le ambiguità dei Cinque stelle sugli accordi con la Cina.
Ma è in Europa dove la grande contesa è in corso, stretta nella morsa che vede da una parte i sovranisti sul fronte interno e le grandi potenze su quello esterno. Proprio in quanto il vecchio continente è l’area geopolitica più florida del pianeta è esposta alle aspirazioni cinesi, ai tentativi di implosione della Russia e dagli stessi Stati Uniti, pure alleati, ma che non si sottraggono alla volontà di “arruolarla nella riscrittura delle regole del commercio mondiale”.
Altri fronti saranno decisivi per il futuro del nostro continente, come il governo delle tecnologie emergenti, dal cyberspazio fino alla intelligenza artificiale, che assumeranno sempre più rilevanza strategica “simile a quella dell’elettricità nella seconda rivoluzione industriale”. Così come il fattore clima, dove i nuovi fautori gareggiano con i populisti e si distinguono dai vecchi partiti ecologisti che davano significato ideologico alla loro opposizione. Oggi, come è avvenuto in Germania e in Olanda, raccolgono i voti dei socialdemocratici, si oppongono all’estrema destra e chiedono non solo la difesa del pianeta ma anche più pluralismo e la difesa dei più deboli.
Così come la rivoluzione delle donne “che sono tornate a guidare il fronte dei diritti civili parlando di loro stesse ma a nome di tutti”.
Dopo avere descritto questi scenari Maurizio Molinari conclude con una nota positiva evocando Alexis de Tocquville: sarà la responsabilità dei singoli a difendere la democrazia e i diritti civili, e lo faranno aumentando la protezione da qualsiasi avversario, interno ed estero.
Guido Puccio