L’Agenzia Internazionale per l’Energia (Iea) sostiene la necessità che aumentino i finanziamenti per il sostegno di progetti di energia pulita nei paesi in via di sviluppo ed emergenti di ben sette volte entro un decennio se si vuole limitare il riscaldamento globale a livelli tollerabili.
Per evitare che le temperature salgano ai livelli catastrofici previsti sulla base degli odierni andamenti, gli investimenti annuali in energia da combustibili non fossili nei paesi del Sud del mondo dovrebbero passare da 260 miliardi a quasi 2 trilioni di dollari.
Intanto, un gruppo di oltre 100 economisti di tutto il mondo ha scritto ai governanti più importanti affinché procedano ad introdurre tasse più alte per i super ricchi e coprire così i costi derivanti per i paesi più poveri dai danni causati dal clima ai più poveri.
Secondo loro, in questo modo, si sarebbe in grado di raccogliere una somma dal valore di varie migliaia di miliardi di dollari da utilizzare per la trasformazione dei sistemi economici delle parti più povere del mondo, puntando cioè alla riduzione delle emissioni nell’atmosfera e contrastare il cambiamento climatico. Quel cambiamento che alla fine finisce per essere pagato particolarmente dai paesi più arretrati.
Gli economisti scrivono che a loro avviso l’introduzione di una tassa del solo 2% consentirebbe di raccogliere circa 2,5 trilioni di dollari all’anno. Del resto, essi sostengono, che le persone più ricche sono anche le maggiori responsabili delle emissioni di gas che creano l’effetto serra ed hanno valutato che l’1% più ricco del mondo è responsabile del doppio dell’inquinamento di quanto non sia determinato dalla metà più povera del mondo. I danni subiti dai paesi meno sviluppati sarebbero stati calcolati per un valore di sei trilioni di dollari all’anno.