Il tira e molla sui “sacrifici” chiesti a tutti è finito. Non ci sarà nessun sacrificio: per nessuno. Ha vinto l’impronta elettoralistica di Giorgia Meloni. A Giancarlo Giorgetti che si merita la palma di miglior “rinculatore” della settimana non resta che parlare di “uno stillicidio di maleinterpretazioni, si tratta di aspettare fino a martedì e poi tutto sarà più chiaro” . Si ripiega sull’ennesimo taglio delle dotazioni dei ministeri. Su cui poi sarà opportuno fare la verifica sulle conseguenze che questo avrà per i servizi necessari agli italiani. La Sanità, la Scuola come ne usciranno? E il Ponte di Salvini? Non a caso è il primo a correre ai ripari promettendo che il “suo” budget non si tocca. Mentre già al ministri contestano il potere sui tagli che Giorgenti si arroga.

Peccato che lo stillicidio lo abbia innescato proprio lui promettendo sacrifici per tutti, subito rimbeccato da Giorgia Meloni che, pare, i sacrifici non voglia farli fare a nessuno. Resta il quesito su chi paga. Sicuramente le prossime generazioni, come continuiamo a fare da anni ed anni.  La Meloni che doveva rivoltare l’Italia come un calzino, al grido “è finita la pacchia”, il calzino lo può solo rammendare per l’ennesima volta nascondendo il buco con la pecetta dell’innalzamento del Pil.

Adesso, il Ministro del Tesoro ci invita ad aspettare tre, quattro giorni e vedremo come sarà riuscito ad accontentare, o a scontentare, tutti. A parole certamente ci riuscirà. E sul piano delle chiacchiere è tornato a parlare anche dei sacrifici che avrebbe voluto per i banchieri, in questo spalleggiato dal suo capo partito. Salvo precisare, come ha fatto Salvini, che i sacrifici richiesti alle banche sarebbero stati pensati come azione del tutto volontaria. Che è come chiedere ad una rapa di tirare fuori sangue, visto che i nostri istituti di credito, nonostante pare abbiano a bilancio ben 40 miliardi in più degli anni precedenti, non sono certo né la Caritas né Sant’Egidio.

Però il fermo e tetragono Giorgetti dice che le cose che ha detto le ridirebbe: «I banchieri devono fare sacrifici? Lo ridirei». E su questo punto è davvero un leone: «C’è stata una grandissima polemica e travisamento dei fatti sulla storia dei sacrifici – dice alla platea degli alleati di governo riunita a Milano – davanti ad un consesso di banchieri e finanzieri ho detto che i sacrifici dovevano farli tutti, anche loro: non mi sembrava una bestemmia, ripeterei esattamente la stessa cosa». Peccato che, così come accaduto quando ha brandito queste parole come una vera e propria mazza, non ci sarà alcun seguito.

Ma questo balletto che rasenta la schizofrenia non è finito qui. L’annuncio della fine della stagione dei bonus è smentita da alcuni vecchi rinnovati, come sembra accada con quello dei 500 euro per il settore scolastico, con il rimborso delle cosiddette spese scolastiche che, nel passato, si sono tradotte in acquisti di telefonini e iPad nuovi. Il bonus sulle abitazioni resta, almeno lo ha detto il vice  di Giorgetti, Maurizio Leo, sia pure al 50%. Hanno scoperto che l’edilizia ne ha bisogno. Ma non è quello che ha continuato a ripetere Giuseppe Conte per spiegare la ratio del Superbonus?

Delle persone serie si vergognerebbero. Loro non lo fanno perché, ahinoi, sanno bene che gli italiani sono costretti ad ingoiare di tutto, sciocchi come sono a fare come i tifosi della loro squadra di calcio o dei contradaioli di Siena che preferiscono nascondersi la verità piuttosto che ammettere: pure sta volta, i nostri, quelli che abbiamo votato, ci prendono in giro. Ancora una volta ce la saremo voluta…

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