In realtà, il titolo originale di questo mio intervento avrebbe dovuto essere:” SuperTrump e il bipartitismo double-face”, ma ho voluto privilegiare la parola PACE, e cerco di spiegarmi.
La vittoria di Trump sta generando uno sconvolgimento planetario. In alcuni casi si potrebbe parlare di panico, ma la realtà è che la maggioranza degli americani ha deciso di scommettere su un futuro più prospero e pacifico. Evidenti cambiamenti si erano visti addirittura prima della sua elezione. Come i riposizionamenti preventivi, a sorpresa, di Zuckerberg e Bezos, quasi che i due conoscessero i veri numeri dei sondaggi o intuissero l’approssimarsi del nuovo trend. Ma un altro cambiamento eclatante, un tempo impensabile, lo abbiamo visto dopo pochi giorni dal voto: mi riferisco al tweet con cui Elon Musk ha dato dello stupido al cancelliere tedesco Olaf Scholz. Forse così ha voluto sancire l’affossamento definitivo del “politicamente corretto”. Ha poi affermato:” Il tempo per gli speculatori guerrafondai è scaduto”. È a mio avviso una dichiarazione che, se portata a compimento, dovrebbe rallegrare l’intero Pianeta e far riflettere qualcuno in Italia. Lo spaesamento al vertice europeo di Budapest era palese.
Colpisce molto il fatto che solo pochi giorni prima Romano Prodi avesse fatto una dichiarazione forte, anche se tardiva, all’UCL (University College di Londra), durante una Lettura dal titolo “Europa tra Stati uniti e Cina: una posizione difficile”. Aveva infatti affermato: ” L’Ucraina sarebbe dovuta restare uno stato cuscinetto tra Europa e Russia” (CLICCA QUI). In pratica una sconfessione totale della politica di Biden, della nato e, purtroppo, anche della UE, sulla quale concordo pienamente.
All’inizio, ho citato i tre uomini più ricchi al mondo: cosa hanno in comune questi tre personaggi oltre alla ricchezza? Il fatto di avere tutti un passato democratico. Musk aveva sostenuto con donazioni le campagne di Obama e della Clinton, ed aveva anche detto di aver votato Biden. Ma al gruppo dobbiamo associare senz’altro Robert F.Kennedy jr, anche lui di famiglia molto abbiente e, per storia familiare, democratico nel DNA. E Trump? Un altro miliardario, ex democratico, che aveva come suo più grande amico John Kennedy jr. Un altro democratico doc di assoluto rilievo, questa volta non un miliardario, che aveva dato un appoggio indiretto alle idee di Trump, era stato Jeffrey Sachs, come avevo scritto in Settembre (CLICCA QUI). Per inciso Trump, più che del GOP (Partito Repubblicano), preferisce parlare del suo “movimento”. Ora, si potrebbe dire, per la legge transitiva, e come mia provocazione, che la vittoria sia andata al Partito Democratico presentatosi sotto altra veste, un cambio di casacca in piena regola.
Ho sempre pensato che una delle principali doti di un uomo politico debba essere quella di saper scegliere i propri collaboratori. Nei mesi, ed anche anni direi, precedenti, mi era capitato di parlare in più occasioni, su questo blog, a questo punto direi a proposito, dei due uomini che hanno fortemente contribuito al successo di Trump, Elon Musk e Robert Kennedy Jr: mi avevano particolarmente colpito per essere portatori di messaggi innovativi e per certi versi rivoluzionari. Qui il link per il mio ultimo articolo su Musk con i link per altri quattro (CLICCA QUI). Qui invece un articolo sull’intervista di Elon Musk a Kennedy, direi quasi profetica, del 1 maggio (CLICCA QUI), e una sull’avvicinamento di Kennedy a Trump (CLICCA QUI). Nello stesso lasso di tempo non mi sono imbattuto in alcuna affermazione degna di rilievo e di attenzione da parte dei candidati democratici. Si potrebbe usare, in questo caso, un paragone medico, ovvero: elettroencefalogramma piatto.
Se Robert Kennedy diventasse Ministro della Sanità, un intero paradigma verrebbe ribaltato, avendo lui pubblicato un libro di 750 pagine dal titolo:” Il vero Anthony Fauci”. Non penso che in questo momento il manipolatore di virus sia molto tranquillo. Il motto di Kennedy, quando si era presentato da solo, non era MAGA, come quello di Trump, ma MAHA, ovvero Make America Healthy Again (Facciamo l’America di nuovo Sana). Tra l’altro veniva accreditato di un 5% di voti che forse hanno fatto la differenza. In proposito segnalo una notizia davvero eclatante (CLICCA QUI).
Quindi miliardari al timone degli USA: che valenza può avere la circostanza? Voglio allora ricordare un Presidente democratico, cattolico, ma anche miliardario, dalle idee rivoluzionarie e popolari, John F. Kennedy, che per quelle idee aveva pagato il massimo prezzo: la sua figura ci conferma che essere miliardari e al contempo validi politici è un’opzione possibile. Lo stesso prezzo stava per pagarlo Donald Trump, ma la fortuna lo ha aiutato. La scelta di Trump, amicissimo di John Kennedy jr, di cambiare campo, come poi quella di Kennedy e di Musk, era stata dovuta all’occupazione della cosa pubblica da parte del cosiddetto deep state. Come agenda il nuovo secolo americano, una politica egemonica che in Libia, Siria, Iraq, Afghanistan, Ucraina e non solo, ha provocato milioni di vittime. Tale politica, antiumana e anticristiana, è stata forse la causa, o concausa, principale che ha portato come reazione alla nascita dei BRICS: mezzo Pianeta ha dichiarato, semplicemente, di essere stanco di essere bullizzato. Trump ha dichiarato che, come nel suo precedente mandato, non vorrà fare guerre. Ci riuscirà? Auguriamocelo tutti. Ci sono già segni di apertura al dialogo con Putin, ma è da segnalare la telefonata di circa mezz’ora di Trump a Zelensky alla presenza di Musk, che ricordiamo, particolare non trascurabile, garantisce la copertura satellitare a Kiev. Qui un titolo ad effetto di Maurizio Blondet (CLICCA QUI). Più complessa la crisi mediorientale, dove si spera che l’imprevedibilità di Trump possa riuscire a trovare una soluzione, o almeno ce lo auguriamo.
A proposito della richiesta della Nato di portare le spese militari dei partner al 2% del PIL, registro la posizione non allineata del nostro Ministro delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, che ha parlato di piccoli aumenti annuali per arrivare solo all’1,7%, ma nel 2027. Anzi, secondo il segretario Nato Rutte, si dovrebbe arrivare al 2,5%. Ricordando ancora le parole di Prodi a Londra:” L’Europa dovrebbe continuare a essere quel negoziatore tra due blocchi oramai sempre più ideologici, con gli Stati Uniti da una parte e la Cina dall’altra”, ecco una buona occasione per ridefinire la nostra posizione, anche contando sulla sinergia con il Vaticano.
Potremmo decidere di non essere più una pedina insignificante che rischia di rimanere schiacciata nello scontro, come il famoso vaso di coccio di manzoniana memoria, ma divenire una potenza diplomatica e mediatrice, aspirazione direi quasi fisiologica vista la nostra posizione centrale sul Pianeta. E quindi, se non paghiamo il dovuto, potrebbero auspicabilmente cacciarci fuori dalla Nato.
Massimo Brundisini