Il vertice di ieri dei Ministri degli esteri dell’Unione europea ha confermato le divisioni esistenti sulle due guerre in corso.
Sul caso Ucraina il punto focale resta quello dell’uso delle armi fornite a Kiev. Quanto possono essere utilizzate per colpire in profondità nel territorio russo? Così, il confronto resta aperto tra le ali più oltranziste e quelle che continuano a ribadire, invece, che né l’Europa né la Nato sono in guerra con la Russia. E per ora non si può prevedere un punto di caduta comune.
Una profonda divisione persiste anche sul giudizio, e sugli atti da definire nei confronti di Israele per il modo come conduce la guerra a Gaza e le azioni militari nella Cisgiordania occupata.
Mentre l’alto rappresentante per la politica estera dell’Unione, Josep Borrell, chiede l’imposizione di sanzioni contro alcuni ministri israeliani per i loro “messaggi di odio” contro i palestinesi, alcuni paesi, Ungheria, Repubblica Ceca e Austria, si oppongono vivamente.
Borrell ha fortemente condannato le dichiarazioni dei rappresentanti più estremisti della coalizione guidata da Benjamin Netanyahu per le loro dichiarazioni che egli ha definito contrarie al diritto internazionale e un “incitamento a commettere crimini di guerra”.
Le sue dichiarazioni hanno seguito la recente decisione delle autorità statunitensi di inasprire le sanzioni nei confronti dei capi dei coloni che intervengono in Cisgiordania contro i palestinesi operando come veri e propri gruppi paramilitari.
Il riferimento di Borrell è andato, pur non citando nessun nome dei ministri italiani, alle dichiarazioni di Bezalel Smotrich il quale ha suggerito di far morire di fame la popolazione di Gaza per liberare i prigionieri israeliani catturati da Hamas dopo l’attacco terroristico del 7 ottobre 2023. Così come a quelle dell’altro esponente governativo d’estrema destra, Itamar Ben-Gvir intenzionato a distruggere la Moschea Al-Aqsa, terzo luogo sacro dell’islam, e costruirci al suo posto una sinagoga.
A favore della posizione di Borrell si è detta l’Irlanda che è sempre stata tra i paesi sostenitori dei palestinesi. Non a caso, Dublino si è unita a Spagna e Norvegia nel riconoscere lo stato palestinese lo scorso maggio.
La stampa internazionali cita le dichiarazioni del Ministro degli Esteri ungherese Peter Szijjarto che ha definito “pericolosa” la proposta di Borrell e quella del nostro Ministro Antonio Tajani secondo il quale le sanzioni non sarebbero la “strada giusta” per mantenere Israele al tavolo delle trattative per un cessate il fuoco a Gaza. Il Ministro degli esteri israeliano, Israel Katz, ha detto che il suo paese sta lavorando “instancabilmente” con i suoi alleati europei per impedire “decisioni anti-Israele” alla riunione dei ministri degli Esteri.
Intanto, il Segretario Generale della Nazioni Unite, Antonio Gutierrez, ha chiesto a Israele di fermare le proprie operazioni militari che stanno rendendo la situazione più incandescente.