Mentre continuiamo a sentire il rombo della guerra nelle martoriate terre d’Ucraina, c’è chi non perde la speranza d’individuare un percorso che consenta non solo di raggiungere una tregua, ma di definire una Pace sostenibile e credibile in modo sostanziale. L’obiettivo è quello, dunque, di una Pace “positiva”, costruita cioè sulla Giustizia.
Un messaggio che viene dal Science and Ethics of Happiness Study Group (Gruppo di Studio su Scienza ed Etica della Felicità) che gli scorsi 6 e 7 di giugno si è riunito alla Casina Pio IV, in Vaticano, ma senza per questo impegnare né la Santa Sede né le Nazioni Unite.
Questi studiosi hanno elaborato otto proposte che potrebbero essere esplorate per giungere alla cessazione delle ostilità in Ucraina e creare il passaggio verso una Pace duratura.
Questi i punti portati all’attenzione delle parti in campo e dei relativi schieramenti che si sono creati attorno a loro:
(1)neutralità dell’Ucraina, cioè rinuncia all’ambizione nazionale di aderire alla Nato, riconoscendo al tempo stesso la libertà dell’Ucraina di concludere accordi con l’Unione europea ed altri;
(2) garanzie di sicurezza per la sovranità, l’indipendenza e l’integrità territoriale dell’Ucraina fornite dai membri permanenti del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite (Cina, Francia, Russia, Regno Unito e Stati Uniti) più l’Unione europea e la Turchia, che potrebbero includere quelle sulla trasparenza militare e le restrizioni allo stazionamento militare ed esercitazioni su larga scala nelle aree di confine, sotto osservazione internazionale connesse alla revoca delle sanzioni economiche;
(3) il controllo “de facto” russo della Crimea per un certo periodo, dopodiché le parti cercherebbero attraverso la diplomazia una soluzione permanente “de jure” che potrebbe prevedere un accesso facilitato per le comunità locali sia all’Ucraina, sia alla Russia, oltre di politiche di facilitazione per l’attraversamento delle frontiere per persone e code, stazionamento della flotta russa del Mar Nero e compensi finanziari;
(4) autonomia delle regioni di Lugansk e Donetsk in Ucraina, che potrebbe includere aspetti economici, politici e culturali, da approfondire in un breve periodo di tempo;
(5) accesso commerciale garantito sia dell’Ucraina, sia della Russia ai porti del Mar Nero;
(6) la graduale rimozione delle Sanzioni occidentali nei confronti della Russia in concomitanza con il ritiro dell’Esercito russo secondo i termini concordati;
(7) creazione di un fondo multilaterale per la ricostruzione e lo sviluppo delle regioni dell’Ucraina dilaniate dalla guerra – a cui partecipa anche la Russia – e accesso immediato consentito agli aiuti umanitari;
(8) Risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite per fornire meccanismi di monitoraggio internazionale a sostegno dell’accordo di pace.
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