Com’era inevitabile che accadesse, l’Unione europea ha aperto la strada per l’applicazione di sanzioni all’Italia per la questione delle concessioni balneari e dell’assegno unico perché violano direttive che il nostro Paese ha fatto proprie. E questo nonostante il Governo fosse pienamente consapevole di quel che faceva per motivi ideologici e di propaganda elettorale.
Non appena il Governo della Meloni riceverà il parere ufficiale avrà due mesi di tempo per rispondere e per adeguarsi. E così vedremo se, per la tutela degli interessi di una parte del proprio elettorato, quello che parla di mercato, ma poi non ci pensa proprio a rispettarne le regole fondamentali, finiremo per vederci comminare l’ennesima multa. Ovviamente destinata a finire a carico di noi contribuenti.
Anche il relazione all’assegno unico l’Europa ci accusa di non trattare tutti i cittadini europei perché pure in materia di sicurezza sociale non si deve tenere conto della residenza per ricevere prestazioni come quelle degli assegni familiari. Il Governo Meloni lo sapeva fin dal febbraio di quest’anno e non ha posto alcun rimedio limitandosi a rispondere a Bruxelles in modo considerato non esauriente.
Forse, se il conto fosse inviato direttamente ai responsabili di decisioni sbagliate sarebbe meglio. Un motivo in più per rispettare norme condivise nonostante non facciano comodo agli amici degli amici.