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UK: le violenze razziali e Musk

E’ stato, quello appena concluso,  un fine settimana tutto sommato tranquillo nel Regno Unito. A differenza del precedente che ha sconvolto il Paese per gli attacchi contro i musulmani organizzati dalla destra britannica.

È dunque bastato, per porre termine ad una serie di episodi del tutto vergognosi, l’immediato intervento delle autorità che hanno già arrestato alcuni caporioni ed altri responsabili? È bastata la pronta reazione del Paese sceso subito in piazza contro la destra?

Il futuro, magari dopo le vacanze, ci darà la risposta. E ci dirà più esattamente come stanno le cose nel Regno Unito, e se qualcuno vorrà riprovare a creare un clima di tensione e di scontri in una società che ha indubbi problemi di immigrazione clandestina, ma anche un’antica politica d’integrazione.

Quella del Regno Unito è una delle società occidentali tra le più multietniche e di convivenza pacifica tra le tante etnie che nel corso di alcuni secoli sono state richiamate al centro del più grande e longevo impero dell’era moderna.

Certo, i razzisti in quella che, in realtà, è una società classista più che xenofoba, ci sono sempre stati, ma non avevano mai osato assaltare moschee e centri islamici. Questa volta hanno avuto l’appoggio di una destra politica nata sulla base del crollo dei conservatori che viene da lontano. 

E che si è sentita autorizzata ad indicare esplicitamente l’oggetto del proprio odio anche forte del sostegno del social X, quello nato e più noto come Tweetter, che ha consentito loro di avere un’efficiente e organizzata rete di collegamento, informazione e mobilitazione. Al punto che il proprietario di X, Elon Musk, non ha esitato a contestare alle autorità britanniche l’intervento di condanna e di repressione delle violenze.

L’uomo più ricco del mondo ha dunque polemizzato direttamente con il neo Primo ministro britannico, Starmer, che è a Downing Street da poche settimane. Cui viene semmai rimproverato da altri, di aver troppo minimizzato le azioni condotte dalla estrema destra.

Musk ha confermando di essere senza alcun dubbio un valente uomo d’affari, ma dotato uno scarso senso politico. Specie quando ha accusato il governo britannico di usare due pesi e due misure, nel senso che, a suo avviso, vengono colpiti i bianchi in un modo che non sarebbe pari a quello necessario contro il pericolo islamista. A Downing Street non gliela perdoneranno tanto facilmente.

A Musk ha risposto un importante istituto di studi politici e della difesa, il Rusi, che ha rovesciato il teorema del magnate americano sostenendo il contrario è che, cioè, c’è stato troppo lassismo nei confronti dell’estrema destra. Contro cui, aggiunge Rusi, non ci sono state le stesse risposte, da parte di politici, servizi di sicurezza e media, date all’estremismo violento jihadista.

Alla luce di questa ultima uscita di Musk, ma anche per altre precedenti, come quando partecipò alla Atreju di Giorgia Meloni, c’è da chiedersi se egli non voglia di ritagliarsi il ruolo di capo, o almeno del “grande vecchio” della destra mondiale. Sarà anche una questione d’affari per la sua X?

 

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