Capita a volte, rivolgendo lo sguardo verso le stelle, di chiedersi non solo se esista vita senziente nel cosmo, ma anche d’interrogarsi, in caso positivo, su quali possano essere le condizioni di vita su quei pianeti: immaginando di trovarci di fronte a civiltà più evolute, potremmo ipotizzare situazioni in cui pace e benessere siano prerogative diffuse.
Tornando alla realtà del nostro amato Pianeta, risulta invece evidente quanto sia purtroppo squilibrato da tanti punti di vista, e penso che il mio possa essere un pensiero condiviso. Ricordo al riguardo, un bellissimo film sperimentale di circa 40 anni fa, dal nome difficile: “Koyaanisqatsi”. Si tratta di una parola della lingua degli indiani Hopi e significa “vita squilibrata”, “vita in tumulto”, oppure “vita folle; vita in disintegrazione; “condizione che richiede un altro stile di vita”. Il film, un “cult movie”, ha bellissime immagini e una bellissima musica e si può rivedere a questo sito (CLICCA QUI) Nel film vengono citate alcune profezie poco rassicuranti.
Purtroppo dopo 40 anni le cose non sembrano migliorate, anzi, e allora cerchiamo di immaginare perché. Dal blog di Maurizio Blondet, riprendo in proposito alcune considerazioni fatte dal più famoso anchorman televisivo statunitense, Tucker Carlson, convinto antagonista del “Deep State”, che ha fatto affermazioni in qualche modo stupefacenti, ma che soprattutto è rarissimo ascoltare dalla TV (CLICCA QUI).
Questa una breve trascrizione di alcuni punti salienti del suo appassionato discorso: “… la situazione sta per diventare molto seria, di sicuro. C’è poi solo in gioco la leadership del mondo! Che, tra l’altro, è anche (ora lo sappiamo) il più lucroso franchising politico possibile nella storia dell’umanità. Quindi è tutto in gioco, cosa non farebbero? […] le persone che ne sono responsabili sono le più disoneste, le più spietate, il gruppo più anti-umano … si tratta di persone davvero molto oscure … Quindi, io devo essere l’opposto … questo è il momento di impegnarsi un po’ di più per essere un po’ migliori, … Mentre scendono vero il basso, voi andate verso l’alto! E ci sono molte ragioni per questo, e una di queste è spirituale, sarò del tutto onesto: penso che questa sia una battaglia spirituale, non c’è alcuna spiegazione politica. Ma un’altra ragione è il modo in cui vi sentite con voi stessi. Quando si è onesti, si è orgogliosi di se stessi. Quando si è onesti, si è forti …” Tucker Carlson (CLICCA QUI).
Quindi Carlson ha un’intuizione precisa: non più solo battaglia politica, ma una vera e propria battaglia spirituale verso un gruppo di potere oscuro e anti umano, considerato quasi il male assoluto, che lui ha imparato a conoscere bene in 35 anni di lavoro a Washington, quello definito di solito “deep state”. Ora, cercando di guardare con occhio distaccato alle vicende umane, non si può non notare come vi sia (certo senza dimenticare le persone di buona volontà), una pervicace inclinazione verso pratiche distruttive e negative. L’esperienza di tutti i giorni ci insegna che, piuttosto che favorire percorsi di pace, forze molto ben determinate riescono a indirizzare le situazioni di confronto quasi sempre verso lo scontro piuttosto che verso l’accordo, creando ad arte divisioni, e sappiamo chi è maestro in questo, dal greco “diaballo”. Ecco allora la motivazione per la battaglia spirituale.
Mi hanno anche colpito le parole di Chris Hedges (Premio Pulitzer ed ex corrispondente estero per il New York Times): “Non siamo odiati per i nostri valori. Siamo odiati perché non abbiamo valori. Siamo odiati perché le regole valgono solo per gli altri. Non per noi. Siamo odiati perché ci siamo arrogati il diritto di compiere massacri indiscriminati. Siamo odiati perché siamo senza cuore e crudeli. Siamo odiati perché siamo ipocriti, perché parliamo di protezione dei civili, di stato di diritto e di umanitarismo mentre spegniamo la vita di centinaia di persone”.
Di fronte alle stragi, di ogni origine, a cui rischiamo di abituarci, poche flebili voci cercano di porre fine alla mancanza di umanitarismo, come ad esempio quella del capo dell’opposizione in Israele, Lapid, che ha chiesto le dimissioni dell’ormai squalificato Netanyahu, o quella della vice Premier Belga Petra de Sutter, che ha chiesto sanzioni contro Israele, iniziativa che potrebbe aiutare le opposizioni in Israele. Ma ha chiesto anche l’intervento del Tribunale Penale Internazionale, sanzioni verso chi sovvenziona Hamas e il blocco delle importazioni dai territori palestinesi occupati. Queste voci andrebbero ascoltate.
Una ventata d’aria fresca fortunatamente ci arriva, e non poteva essere altrimenti, dal Cardinal Matteo Zuppi, intervistato nel programma “8 e Mezzo” (CLICCA QUI) Le sue parole, piene di saggezza, ma anche pacate, pur se molto determinate, sono un balsamo per l’anima che si confronta con la violenza dei tempi. E al Cardinale vanno fatti senz’altro molti complimenti anche per aver brillantemente contrastato due vecchie volpi della tv, la Gruber e Mieli, entrambi stucchevolmente ansiosi di renderlo complice della loro visione partigiana e di poterlo così subdolamente arruolare nella loro battaglia contro i rispettivi nemici. La visione della Chiesa è chiarissima, peccato che ancora non abbia trovato i sostenitori politici laici che possano sostenere quella visione, ma non si sa mai.
Al riguardo, ricordo che ricorre quest’anno l’ottantesimo anniversario della promulgazione del Codice di Camaldoli, evento che ha avuto un’importanza basilare negli accadimenti dell’immediato dopoguerra. Il Cardinal Zuppi ha pronunciato nell’occasione un’appassionata prolusione (CLICCA QUI) che, mutatis mutandis, sembrerebbe auspicare la riproposizione dello spirito che ha animato quell’evento, in pratica una Nuova Camaldoli. Visti i tempi, la riorganizzazione di tutte le realtà cristiane per una nuova fase della politica è un obbiettivo da ricercare con ogni mezzo e ogni tergiversazione sarebbe colpevole. Di seguito riporto due frasi estrapolate dalla prolusione, e poi le parole conclusive, molto illuminanti: ”Il Codice mostra un’audacia di chi crede in una visione e sente di dover prendere la propria responsabilità”. “…..significa promuovere una visione che attragga verso un mondo differente e che mobiliti passioni e energie per costruirlo, ma anche organismi e modalità in grado di mantenerla”.
“Tornare a Camaldoli, allora, è un bisogno e una chiamata alla responsabilità: per guardare lontano e non essere prigionieri del presente. Il Codice è stato un’iniziativa coraggiosa di chi non aspettava gli eventi, non stava a guardare ma voleva andare oltre il fascismo e le distruzioni della guerra. Niente avviene in maniera uguale. Ma lasciamoci ispirare dalla storia. Diceva Winston Churchill: “Più riesci a guardare indietro, più riesci a guardare avanti”.
Più chiaro di così: e allora si può immaginare che con una visione unitaria sarà possibile, ad esempio, puntare a recuperare, tra l’altro, il voto del primo partito in Italia, quello degli astenuti. Puntando su una proposta innovativa e rivoluzionaria, quale è sicuramente quella dell’Economia Civile o di Comunione, avendo come bussola le indicazioni positive delle ultime encicliche e la Pace come obbiettivo irrinunciabile, si potranno offrire occasioni di speranza in un mondo migliore ai tanti che non hanno più fiducia nella politica, e sarà così possibile prospettare un “futuro sostenibile”.
Massimo Brundisini