Attraverso le Fondazioni anti-usura, “la Chiesa è in grado di offrire un esempio di apostolato competente e perseverante nei confronti delle famiglie flagellate dai debiti”. Luciano Gualzetti presiede la Consulta delle fondazioni anti-usura. In un percorso di denuncia e di lotta a una piaga sommersa, che si nutre di silenzio e omertà. Una missione ecclesiale al servizio delle persone cui l’usura minaccia di togliere ogni speranza di vita. Sos usura e gioco d’azzardo. Si tratta, avverte papa Francesco, di due fenomeni collegati e da combattere con ogni mezzo. Il Pontefice ha ricevuto ed esortato i rappresentanti delle 30 Fondazioni anti-usura d’Italia e della Consulta nazionale anti-usura che le riunisce. “L’usura – è un peccato grave- afferma il Pontefice-. Uccide la vita, calpesta la dignità delle persone. E’ veicolo di corruzione e ostacola il bene comune. L’usura indebolisce anche le fondamenta sociali ed economiche di un Paese. Con tanti poveri. Tante famiglie indebitate. Tante vittime di gravi reati. Tante persone corrotte. Nessun Paese può programmare una seria ripresa economica. Né tanto meno sentirsi al sicuro”. Inoltre il gioco d’azzardo, secondo Francesco, è “una patologia che prende e ti ammazza“. Perciò è compito prioritario delle istituzioni “disincentivare con misure adeguate” quegli strumenti che, direttamente o indirettamente, sono causa di usura. Come il gioco d’azzardo“.
Monito papale
“L’usura umilia e uccide – sostiene il Pontefice -. E’ un male antico e purtroppo ancora sommerso che, come un serpente, strangola le vittime. Bisogna prevenirla. Sottraendo le persone alla patologia del debito fatto per la sussistenza o per salvare l’azienda. E si può prevenirla educando a uno stile di vita sobrio. Che sappia distinguere tra ciò che è superfluo e ciò che è necessario. E che responsabilizzi a non contrarre debiti per procurarsi cose alle quali si potrebbe rinunciare. Quindi è importante l’opera della Consulta nazionale e delle singole Fondazioni. “Avete salvato dalla morsa del debito usuraio e dal rischio dell’usura oltre 25 mila famiglie- evidenzia Jorge Mario- Avete salvato loro la casa. E talvolta la piccola azienda. Le avete aiutate a ritrovare la dignità di cui erano state espropriate. E questo merita grande riconoscenza”. C’è bisogno dell’educazione a una concezione della vita che metta al primo posto la persona invece del profitto. Eccola per Francesco una delle vie di uscita dal fenomeno. Ma serve un impegno preciso da parte delle autorità politiche ed economiche.
Impegno anti-usura
Sottolinea il Papa: “Il Signore ispiri le pubbliche autorità. Affinché le persone e le famiglie possano usufruire dei benefici di legge come ogni altra realtà economica. Ispiri e sostenga i responsabili del sistema bancario affinché vigilino sulla qualità etica delle attività e degli istituti di credito”. Francesco si è rivolto a un gruppo di ex vittime dell’usura. E le ha incoraggiate a trasmettere il loro coraggio a chi è ancora nel tunnel. Testimonianze di come si possa venire fuori dall’usura e dall’azzardo. La Consulta nazionale antiusura è intitolata a San Giovanni Paolo II. “Siamo convinti che è possibile uscire da questa spirale perversa– puntualizzano i volontari-. Se l’usura si organizza, si può organizzare anche la lotta all’usura. Con la prevenzione, La solidarietà. E l’educazione alla legalità”. Intanto sono 812 le richieste di aiuto per gli anni 2020-2023, provenienti nel 75,5% dalla città di Roma che sono state rivolte alla Fondazione Salus Populi Romani della Diocesi di Roma. Il primo Rapporto della Fondazione è stato presentato dalla Vicariato.
Esclusione sociale
“Con questo primo Rapporto – spiega monsignor Baldassare Reina, vicegerente della diocesi di Roma – la Fondazione presenta l’attività di un quadriennio caratterizzato dalla pandemia e dalla peggiore crisi economica del dopoguerra”. Nel Rapporto viene illustrata l’analisi svolta su 558 casi per un totale di 1.800 posizioni debitorie analizzate. “Prendendo in esame l’impatto sociale del problema rappresentato alla Fondazione – spiegano gli autori dell’indagine -, nei suddetti 558 casi, è emerso che ad essere coinvolti dal rischio di esclusione sociale (derivante da sovraindebitamento) risultano essere 304 minori e 1096 adulti. Ad indirizzare le persone verso la Fondazione nel 30% dei casi è un soggetto ecclesiale organizzato in servizio di ascolto o altro. Nell’11% circa il soggetto inviante è il parroco”.
Sos usura
Le persone che si rivolgono alla Fondazione hanno un’età compresa tra i 46-55 anni (nel 34% dei casi) e tra i 56-65 anni (nel 29,4% dei casi) e sono per il 52% maschi e 48% donne. Nel 41,7 dei casi hanno un lavoro a tempo indeterminato, nel 17,9% hanno una pensione. Nel 16% sono lavoratori autonomi e nel 9,1% non hanno entrate. Il nucleo monogenitoriale che fa perno sulla donna è del 39%. Così come è prevalente la percentuale delle donne 14,6% rispetto al 4,1% degli uomini quando nel monogenitoriale ci sono anche altri adulti (spesso anziani da accudire o altri adulti non percettori di reddito). In riferimento alle segnalazioni e richieste di intervento provenienti dalle persone sole (single) nel 32% dei casi si tratta di donne e nel 25% di uomini. Le persone che si rivolgono alla Fondazione nel 40,9% sono proprietari di case (il 17,2% di questi con mutuo). Nel 46,6% sono in affitto da privati e nel 5,2% sono in alloggi Ater. Nel 38,02 % l’impegno economico dell’abitazione è da considerarsi ordinario. Ma nel 35,70% l’impegno economico assume l’indicatore di importante, grave o severo. Nel periodo considerato sono stati effettuati per le 812 segnalazioni 446 interventi di sostegno finanziario. Per un complessivo valore economico di oltre 6,6 milioni di euro“.
Giacomo Galeazzi
Pubblicato su www.interris.it