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Un pò per ciascuno non fa male a nessuno

Come un qualsiasi “mister” che, dopo aver infilato una serie di sconfitte sul campo che relegano la sua squadro in zona retrocessione, ottiene, come ultima chance, di giocarsi la partita della vita, prima di essere rimosso dalla panchina, anche il buon Tajani ha avuto la sua occasione di riscatto. Panchina, peraltro, dove fin qui, il Nostro – se, piuttosto, lo si intende come giocatore – è stato confinato, senza speranza di guadagnare il campo, tanto meno di “entrare in partita”.

Se non altro, però, in vista di fine anno, ha potuto riscuotere il “buono fedeltà ed, infatti, gli è stato concesso, se non altro, di sfilarsi la tuta e correre su e giù a bordo campo per scaldarsi i muscoli, nell’illusione che, se mai, ci sia da provvedere ad un cambio. Secondo la logica di un governo che alla stretta conclusiva – Legge di Bilancio, Patto di Stabilità, nuove regole per i migranti, MES e quant’altro – sembra regolarsi secondo un antico “adagio” popolare – “Un po’ per ciascuno, non fa male a nessuno” – anche il leader(?) di Forza Italia ha avuto la sua mancetta.
Tanto ha fatto, tanto ha detto da ottenere, pare senza incremento di spesa, ma allocando diversamente poste finanziarie già contemplate in bilancio, da poter dire ai suoi – che, d’ altra parte, sembrano non averla bevuta – di aver vinto la battaglia del Superbonus.

E’ sempre triste e grigio il viale del tramonto, e, per quanto lo si percorra a piccoli passi come esige il gravame dell’età o della funzionalità compromessa, è ineluttabile, ammantato di rassegnazione, appena rasserenato da quel dolce sentimento di nostalgia che accende il ricordo dei giorni migliori ed, a suo modo, rincuora.

Se poi la si mette in termini politici – ma ci torneremo sopra in altra occasione – l’ involuzione di Forza Italia ha ben altre ragioni che non l’incerta guida dell’ attuale segretario, notaio più che attore di un declino forse inesorabile.

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