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Una rielezione verso la “democratura”? – di Michele Marino

Premesse le note interferenze e l’influenza rilevante dei big del capitalismo tecnologico dell’utenza telematica – uno per tutti il sudafricano Elon Musk – senz’alcun accenno, retorico, al femminismo, né valutazione di merito tra i due ex candidati alla Casa bianca (entrambi di qualità mediocre), non pochi osservatori, come il sottoscritto, avrebbero preferito Kamala Harris in quanto donna. E sarebbe stato un piacevole pendant con la nostra Giorgia: entrambe novità in assoluto in uno scenario mondiale di genere maschile. Invece, il dato storico resta soltanto nel “bel Paese” (dopo 74 anni di vita repubblicana), una volta tanto antesignano rispetto all’antiquata più grande nazione della democrazia occidentale. Ma il “sogno americano” è e rimarrà una chimera, con ogni probabilità .. per i milioni di latinos, emarginati ed immigrati che saranno messi alle corde.

Allora ci si chiede come sarà l’amministrazione repubblicana Trump II:

a) se riuscirà davvero, come promesso solennemente, a “fermare le guerre”, che in realtà vanno diplomaticamente abolite e superate con un processo di pacificazione;

b) se non c’è stato un qui pro quo nel senso che forse il neo eletto ha l’intenzione di fermare il fenomeno epocale dell’immigrazione;

c) se svantaggerà l’economia europea e perciò l’Italia con la reintroduzione dei dazi protezionistici e quale rapporto avranno gli USA con la Cina, la Russia e le nazioni BRICS;

d) che direttive saranno adottate per la NATO o in ambito del Comitato esecutivo ONU;

e) quale sarà la politica energetica, visto che il “presidente ombra” sarà Musk il produttore della Tesla,  ed in tema di sostenibilità e transizione ecologica nell’epoca del cambiamento climatico.

Capiremo, da gennaio ’25, se l’Italia sarà ancor più sottomessa – o speriamo meno – alla politica estera/militare statunitense, sacrificando quel pizzico di dignità e indipendenza che ci siamo guadagnati dal governo Craxi in poi.

Storicamente siffatta, netta rielezione accade per la seconda volta in modo non continuativo, la prima vide come protagonista Glove Cleveland verso la fine dell’800, XXII e XXIV presidente degli Stati uniti. Possiamo paradossalmente affermare che si sta facendo un bel passo indietro di quasi un secolo e mezzo! E ciò sarebbe ancor più grave, malauguratamente, qualora verranno accentuati i poteri nelle mani del presidente a scapito dell’opposizione e dell’indipendenza della magistratura. La concentrazione dei poteri statali  in una persona = autorità politica, democraticamente eletta potrebbe rappresentare l’avvio verso la deriva della civiltà = “democratura”, la qual cosa va impedita e respinta anche per quanto ci riguarda in termini di libertà, tutela dei diritti acquisiti e di giustizia sociale.

La democrazia è il risultato di grandi battaglie civili ma non è una certezza “museale”, va difesa e sostenuta quotidianamente, senza timore né infingimenti di sorta.

Michele Marino

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