Come al solito, ci si trova a dover riflettere su quanto il nostro Stato sia schizofrenico ed evidentemente fuori controllo. Nel senso che manca un’indicazione univoca in molti ambiti e un quadro coerente unitario e si può essere portati a constatare come principi indicati stentoreamente per un verso sono poi contraddetti per un altro. Costretti, dunque a chiedersi con quale concordia d’intenti sia guidato l’apparato pubblico.
L’ultima conferma viene da una cosa apparentemente banale, ma che tale non è perché riguarda milioni e milioni di italiani: l’aumento dei costi delle carte Postepay Evolution.
Mentre si bombarda sulla necessità di ridurre le transazioni in contati c’è da chiedersi il senso di una crescita dei loro costi del 20%. Inevitabile, allora, che la questione del contante venga vissuta come un’inutile vessazione seguita dalla domanda se, davvero, questa possa costituire l’unica seria azione contro l’evasione e l’elusione fiscale.
Sempre per quanto riguarda l’uso elettronico del denaro cosa dobbiamo chiederci se per pagare i bolli per i passaporti e le marche, immancabile retaggio degli stati premoderni, è richiesto l’esclusivo pagamenti in contante?
Piccole cose si dirà. Farebbero solamente sorridere se non si inserissero in un quadro generale caratterizzato dal pessimo funzionamento della cosa pubblica, per di più in una lunga stagione che sta sempre di più stancando un po’ tutti. Tra l’altro, preoccupati per il galoppante generale aumento del costo della vita.
E’ evidente che Governo e partiti si debbano occupare dei grandi processi da cui dipende il futuro del Paese. Ma che li si veda del tutto indifferenti alle tante cose che segnano la vita quotidiana del cittadini è avvertito sempre più eccessivo e più che mai in grado di confermare l’adagio che alla fine finiscono per pagare, e in varia forma, sempre gli stessi.
Se la Politica italiana imparasse ad occuparsi anche di queste cose potrebbe provare a trovare una qualche credibilità. Ma è presa dietro ben altro, con la convinzione che tanto, alla fine, gli italiani si lamentano senza essere capaci, però, di impegnarsi per cambiare veramente le cose.