Pressione degli Usa sulla Cina a fare di più per l’aiuto ai paesi in via di sviluppo nella lotta contro il cambiamento climatico. E’ stata Il segretario al Tesoro, Janet L. Yellen, ad invitare Pechino a garantire i fondi che finora ha rifiutato di sostenere a favore del clima. L’occasione è stata quella dei due giorni passati a Pechino anche per definire le possibili aree di cooperazione tra Stati Uniti e Cina.
Sia Stati Uniti, sia la Cina sono molto impegnati a coltivare le relazioni con tanti paesi in via di sviluppo per, soprattutto quelli impegnati a chiudere le centrali a carbone e a sviluppare energia rinnovabile. I primi hanno già impegnato due dei tre miliardi destinati alla salvaguardia ambientale. La Cina ne ha promessi altrettanti, ma finora ha erogato solamente poco più che 300 milioni di dollari, anche se il gigante asiatico, che si considera anch’esso paese in via di sviluppo, è soprattutto impegnato nella cooperazione che definisce “Sud-Sud”.
I cinesi non hanno mai rinunciato alla polemica in materia ambientale caratterizzata dalla contestazione dei paesi industrializzati per l’inquinamento da loro provocato in larga misura nel corso dell’ultimo secolo. Quindi, secondo Pechino è il mondo più avanzato a doversi assumere l’onere maggiore in materia. Inoltre, la Cina si è presa tempi più lunghi, il 2060, per la fuoriuscita della produzione elettrica dal carbone che l’Occidente prevede per il 2030.
Il tema del cambiamento climatico, comunque, vede svolgere a Cina e Stati Uniti un compito congiunto di coordinamento del gruppo di lavoro sulla finanza sostenibile istituito all’interno del G20 e questo favorisce un dialogo più costruttivo. Così come l’auspicio è che tra i due giganti mondiali si riaprano i canali di comunicazione in buona parte chiusi a seguito degli scontri commerciali degli anni passati e della furiosa battaglia in corso in materia di tecnologia sensibile.
CV