La Stellantis che negli Usa produce Chrysler  ha siglato un accordo salariale provvisorio con il sindacato United Auto Workers per porre fine a uno sciopero durato sei settimane. Un simile accordo era stato concluso pochi giorni fa con la Ford.

Un successo per i sindacati che per la prima volta nella storia hanno avviato degli scioperi concomitanti con i tre giganti produttori di autoveicoli, cioè anche con la General Motor oltre che le già citate Ford e Stellantis. La Gm, però, non ha ancora ceduto e aderito all’accordo che prevede un aumento medio dei salari del 25% nell’arco dei prossimi quattro anni. Per i lavoratori peggio pagati, però, è previsto addirittura un incremento delle buste page del 165%.

Tra i punti dell’intesa dell’accordo firmato con Stellantis, che noi bene conosciamo sotto il nome di Fiat, è prevista la riapertura di uno stabilimento nell’Illinois di cui era stata decisa la chiusura all’inizio di quest’anno.

“Ancora una volta, abbiamo ottenuto ciò che solo poche settimane fa ci era stato detto che era impossibile”, ha affermato il presidente della UAW Shawn Fain.

Il sindacato ha anche affermato che l’accordo vedrebbe Stellantis riaprire uno stabilimento di assemblaggio a Belvidere, Illinois, che aveva chiuso all’inizio di quest’anno e che accanto a questo ne sarà costruito uno per la produzione di batterie.

Gli scioperi sono serviti come spesso non vediamo accadere, invece, in Italia.

CV

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