Il prossimo 3 e 4 luglio “ INSIEME”, il partito nuovo di ispirazione cristiana, celebra il suo primo congresso.
Quella di costruire un partito “nuovo” , non un nuovo partito, è una impresa ambiziosa tutt’altro che semplice ma necessaria per dare anima e corpo alle suggestioni che hanno infervorato gli animi di quanti hanno visto nel “manifesto” di Stefano Zamagni i germi di una rinnovata presenza in Politica dei cattolici ,nel solco della tradizione e della cultura propria del cattolicesimo democratico e popolare.
Il congresso, che noi chiamiamo “ Assemblea plenaria “, non punto di arrivo ma di partenza, è il luogo delle decisioni per attivare un modello caratterizzato da una missione (cioè la ragione dell’esistenza del partito) e una visione (cioè l’obiettivo a lungo termine che descrive cosa si vuole divenire).
Qual è il faro che nel momento delle decisioni illumina il sentiero su cui dobbiamo muoverci ? Quale voce dobbiamo ascoltare ?
Certo, la dottrina sociale della Chiesa, la Costituzione, il manifesto a cui abbiamo convintamente aderito, il documento programmatico etc …, potremmo continuare ancora con i documenti.
Sono documenti importanti, talora fondamentali, dove sono fissati i principi guida. Eppure potrebbero non essere sufficienti.
Quando si devono fare scelte fondamentali, quando cioè si deve escludere (perché scegliere significa escludere), quando si deve scegliere tra varie opzioni magari tutte fondate, di buon senso, i principi ,per quanto nobili ,potrebbero non bastare.
In questi momenti si deve fare silenzio, ascoltare in umile silenzio la voce della coscienza. La coscienza ci indica la strada da prendere ! Nel momento decisivo è la voce della coscienza che parla e indica la via da seguire.
Siamo arrivati all’appuntamento del primo congresso del nostro partito non senza travaglio. Ora è arrivato il momento delle scelte. E’ il momento di decidere quale partito vogliamo e dopo molto pensare, dopo molte considerazioni, confronti, dibattiti la decisione, l’ultima parola viene dalla nostra coscienza perché il partito non è fine a se stesso.
INSIEME è una organizzazione con un programma pervaso da un anima al servizio di una causa. Questa causa non può che essere il bene comune, pilastro della dottrina sociale della Chiesa e architrave della Costituzione.
Il bene comune che, per noi, va perseguito e attuato in autonomia senza porci il dilemma se andare a destra o a sinistra, sempre che questa topografia abbia ancora un senso. L’autonomia che affermiamo come carattere distintivo del partito ci impone di non andare né a destra né a sinistra ma di andare semplicemente avanti in direzione della giustizia sociale.
Non è per caso che abbiamo stampato nel simbolo del nostro partito INSIEME per il lavoro, la famiglia, la solidarietà e la pace. Molti parlano di lavoro, di famiglia, di solidarietà e di pace. Pochi, troppo pochi ,di giustizia sociale. Eppure è la giustizia sociale che le lega e le tiene unite in un’unica visione.
Senza giustizia sociale non c’è dignità del lavoro e dei lavoratori, non è concepibile la famiglia come cellula sana della società e prima comunità educante, la solidarietà degrada a mera petizione di principio e la pace una chimera. Se vuoi la pace lavora per la giustizia, ammoniva San Paolo VI, che è l’esatto contrario del motto: se vuoi la pace prepara la guerra.
Non sono così ingenuo da ignorare le difficoltà di un simile approccio. Ma, mi chiedo e chiedo: come si superano le difficoltà ?
I programmi hanno sempre due facce: una tecnica e l’altra valoriale. Non si deve sbagliare sul piano tecnico, nell’applicare una regola di giustizia. Politica vuol dire realizzare. Si deve discutere, anche animatamente, ma sempre nel rispetto reciproco, senza sopraffazione, sempre in buona fede. Con amicizia ! Sempre !
Ma tutto questo non serve a nulla se non c’è dentro di noi fame e sete di giustizia!
Questo ci è chiesto; di avere fame e sete di giustizia. Questo faremo. Non ci credono ? Ci crederanno …se saremo credibili !
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